Amianto, confermata assoluzione per ex vertici Fiat e Alfa

Lombardia

Il procedimento riguarda le morti di una quindicina di operai, deceduti per forme tumorali provocate dall'esposizione all'amianto negli stabilimenti di Arese, in provincia di Milano

Sono stati assolti anche in appello gli ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia, imputati a Milano per una quindicina di casi di operai morti, secondo l'accusa, per forme tumorali provocate dall'esposizione all'amianto negli stabilimenti dell'Alfa Romeo di Arese. I giudici oggi hanno confermato l'assoluzione per l'ex ad di Fiat Auto Paolo Cantarella, per l'ex presidente Fiat Giorgio Garuzzo, per l'ex presidente di Lancia Industriale Pietro Fusaro e per altri due ex ad di Alfa Romeo. Le motivazioni della sentenza della quinta corte d'Appello di Milano, presieduta da Monica Fagnoni, saranno depositate entro 90 giorni.

Il commento del legale di parte civile

"Questa volta c'erano tutte le condizioni per arrivare a un verdetto di condanna. Ricorreremo in Cassazione, le cui ultime pronunce sono state a noi favorevoli", ha commentato, dopo la lettura del dispositivo, l'avvocato Laura Mara, che assiste le parti civili Medicina Democratica e Associazione italiana esposti amianto. "Gli imputati hanno cercato tutti i pretesti per scaricare le loro responsabilità, pretesti che hanno preso la falsa sembianza di prove scientifiche", ha aggiunto Fulvio Aurora di Medicina Democratica. Nel dibattimento si erano costituite parti civili anche la Regione Lombardia, il Comune di Arese e le famiglie di otto operai morti per l'esposizione all'amianto.

Le richieste di condanna

Il sostituto pg Nicola Balice aveva chiesto condanne per gli ex manager fino a 8 anni di reclusione: in particolare, aveva proposto 6 anni per l'ex ad di Fiat Auto Paolo Cantarella, 5 anni per l'ex presidente Fiat Giorgio Garuzzo, 8 anni per l'ex presidente di Lancia Industriale spa Pietro Fusaro e rispettivamente 5 e 8 anni per due ex ad di Alfa Romeo.

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