Così diceva il deputato di FI Diego Sozzani in una conversazione, intercettata il 12 aprile scorso, con Nino Caianiello, lamentandosi "delle difficoltà" che aveva nel trovare soldi per la campagna elettorale
"Io sto cercando i soldi perché è fatica, credimi! Quindici anni fa qualcuno veniva di sua sponte da me, a dirmi 'se entri in quel partito, che posso fare?'. Adesso non si può più mettere le mani, mi inginocchio per chiedere tre lire! Tremila, cinquemila, diecimila, quando avevo bisogno centomila". Così il deputato di FI Diego Sozzani, per il quale i magistrati milanesi hanno chiesto alla Camera l'autorizzazione all'arresto per finanziamento illecito, parlava in una conversazione intercettata il 12 aprile scorso con Nino Caianiello, presunto 'burattinaio' di un sistema di tangenti e appalti truccati svelato dalla Dda milanese lo scorso 7 maggio, lamentandosi "delle difficoltà", riassumono i pm, che stava "incontrando nel reperire i 'soldi' utili alla campagna elettorale".
Le intercettazioni
L'intercettazione del 12 aprile scorso è contenuta nelle centinaia di pagine di atti depositati in questi giorni al Riesame. Nella stessa intercettazione ambientale il parlamentare e Caianiello discutevano, spiegano i pm, "dell'intenzione di adoperarsi per 'portare avanti' l'esponente Pietro Tatarella", in carcere dal 7 maggio anche per associazione per delinquere.
Caianiello: mazzette come "omaggio alla Madonna"
"Il primo stipendio... fa un omaggio alla Madonna... cioè anche i santi bisogna rispettarli, eh!". E' così, come un "omaggio alla Madonna", che Nino Caianiello definisce i soldi della prima retribuzione che una persona, nominata grazie a lui in una società pubblica, doveva corrispondergli come "retrocessione", nell'intercettazione ambientale del 12 aprile scorso, registrata mentre il parlamentare e il presunto "grande manovratore" del sistema erano al ristorante 'da Berti' a Milano, la cosiddetta "mensa dei poveri" che ha dato il nome all'inchiesta. Caianiello chiede a Sozzani: "Ma il nostro uomo a L'Avana è scomparso?", riferendosi, come si legge, a Mauro Tolbar, presunto collettore delle mazzette. E sempre Caianiello parla "della turbativa attuata al fine di far assumere Alexandre Henri Bonini quale capo impianto di Accam spa", società pubblica con sede a Busto Arsizio (Varese). Per i pm, infatti, Caianiello si attende il versamento di una tangente da parte di Bonini "per l'incarico ricevuto", una vicenda della quale dovrebbe occuparsi sempre Tolbar. E' a questo punto che Caianiello, come si legge negli atti, definisce la "retrocessione" che gli deve arrivare come "l'omaggio alla Madonna". In particolare, Caianiello deve avere "il primo stipendio" percepito da Bonini. Al che replica Sozzani: "Certo! Perché se no i miracoli non ne fanno più!".
La richiesta di autorizzazione alla Camera
Intanto è stata rinviata all'11 giugno, per un motivo tecnico, l'udienza davanti al Gip di Milano Raffaella Mascarino sulla richiesta della Dda, da inoltrare alla Camera, di poter utilizzare alcune conversazioni intercettate a carico del deputato. Nei confronti del parlamentare, i magistrati milanesi hanno già chiesto l'autorizzazione all'arresto a Montecitorio. L'udienza sulla richiesta di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni riguarda Sozzani, Caianiello e il presunto 'collettore' delle mazzette Mauro Tolbar. Negli atti allegati i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri riportano una serie di conversazioni che "irrobustiscono le esigenze cautelari" le quali, a loro dire, giustificano la necessità dell'arresto del deputato. Per Sozzani il Gip ha già emesso un'ordinanza di arresti domiciliari, inoltrata a Montecitorio, per un finanziamento illecito dall'imprenditore Daniele D'Alfonso (in carcere) da 10mila euro per le elezioni politiche del marzo 2018.
I rapporti tra Caianiello e Sozzani
Gli stessi pm, però, negli atti integrativi, in parte omissati, spiegano che da quattro intercettazioni, captate tra dicembre e gennaio, "si ricava l'ottenimento da parte dello Studio Tecnico Associato Greenline", amministrato da Sozzani e dal fratello Stefano, "di incarichi da parte di società pubbliche sulle quali Caianiello esercita il suo indiscusso potere di influenza". In un'intercettazione ambientale del 10 dicembre, poi, Sozzani e Caianiello parlano negli uffici della Econord spa, società dell'imprenditore Claudio Milanese legato, secondo i pm, a Caianiello, il quale, tra l'altro, racconta anche al deputato che Milanese "è amico di Giancarlo Giorgetti", il sottosegretario leghista. Nella conversazione, a cui partecipa anche il socio di Milanese, Sergio Bresciani, si fa riferimento ad una "opera di intermediazione" che dovrebbe svolgere il deputato per Milanese e, come scrive la Dda, alla "necessità di retribuire Sozzani", ma con la "volontà di camuffare le reali ragioni di tali elargizioni". Gli inquirenti individuano, inoltre, nelle intercettazioni diverse "operazioni illecite" come gli "incarichi affidati" allo studio dei fratelli Sozzani dalle società in house Accam e Alfa srl con accordi che, secondo la Dda, prevedrebbero, poi, la "retrocessione" di parte dei compensi a Caianiello.