Rho, cadavere carbonizzato: fermati per furto 2 complici degli omicidi

Lombardia
La polizia davanti al cumulo di rifiuti dove è stato trovato il cadavere del colombiano mutilato e dato alle fiamme (Agenzia Fotogramma)

Michael Escudere Jimenez e Astrid Gianella Maita Nicudemos sono accusati di aver rubato in vari appartamenti dell'hinterland, assieme ai due arrestati per l'omicidio della Bovisasca. Erano pronti a partire per la Spagna

I carabinieri di Rho (Milano) hanno fermato Michael Escudere Jimenez, 28 anni, e Astrid Gianella Maita Nicudemos, 23, entrambi colombiani, ritenuti complici, in una serie di furti in abitazioni nell'hinterland milanese, di altri due colombiani 21enni, poi accusati dell'omicidio di un connazionale, il cui cadavere era stato mutilato e dato alle fiamme in Bovisasca, a Milano. I due, all'indomani dell'arresto dei loro complici, erano pronti a fuggire per la Spagna. 

Le accuse

I due giovani sono accusati di più furti, commessi a partire dallo scorso marzo a Rho, San Giuliano Milanese, Cinisello Balsamo e Lodi, in concorso con Ronaldo Jhonatan Vega Hernandez, detto 'Pericles', e Dilan Mateus Carddenas, detto 'Mateo' (entrambi già in carcere per l'omicidio, con il secondo catturato in Francia e poi estradato). Il fermo è stato convalidato dal Gip Guido Salvini, che ha emesso anche l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state coordinate dal PM del capoluogo lombardo David Monti. Stando agli atti, i due arrestati, per mettere a segno i colpi nelle case, si erano divisi i ruoli, assieme ai due complici, tra "materiali esecutori" dei furti e chi aveva, invece, funzioni "di 'palo'" o "di autista". 

Le intercettazioni

Dalle intercettazioni effettuate, scrive il Gip, risulta che entrambi gli indagati "erano intenzionati ad allontanarsi nel più breve tempo possibile dal territorio nazionale, per trasferirsi definitivamente in Spagna e successivamente in Israele". Una decisione "maturata" proprio "a seguito dell'omicidio che aveva visto come vittima Hernandez Tautiva Cristian Giovanny", ucciso sabato 30 marzo dopo una grigliata, "con il conseguente arresto" dei due loro complici nei furti "e quindi il timore di essere a loro volta oggetto di indagini ed essere arrestati". Nell'inchiesta sull'omicidio era finito in carcere anche un altro colombiano, il 38enne Arley William Gomez Arango, accusato di aver aiutato gli altri due a fare a pezzi il corpo e a dargli fuoco.

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