Fa causa al Comune di Milano per chiasso sui Navigli: ricorso bocciato
LombardiaLa quarta sezione del Tar milanese ha dichiarato "inammissibili" i quattro ricorsi e ha condannato la donna che aveva portato avanti le istanze a versare all'amministrazione comunale 4 mila euro di spese legali
Bocciati dal Tar della Lombardia quattro ricorsi presentati da una donna contro altrettante delibere del Comune di Milano. La donna lamentava gli "schiamazzi" e la musica ad alto volume, i "rifiuti abbandonati", come bicchieri rotti, nelle strade e la "viabilità" compromessa in zona Navigli, diventata "un luogo di ritrovo serale" e notturno per giovani "invivibile" per i residenti. A essere contestate erano una serie di delibere di riqualificazione dell'area, approvate tra il 2017 e il 2018, che, a suo dire, avrebbero aggravato "tale situazione di disagio".
Il Tar della Lombardia ha bocciato i ricorsi
La quarta sezione del Tar milanese, presieduta da Angelo Gabbricci, ha dichiarato "inammissibili" i quattro ricorsi e ha anche condannato la donna a versare all'amministrazione comunale 4 mila euro di spese legali. Uno dei ricorsi riguardava una piattaforma galleggiante collocata nel bacino d'acqua artificiale della Darsena in vista dell'Expo del 2015, poi mantenuta anche dopo la fine dell'esposizione internazionale. Su questo punto i giudici non hanno ravvisato danni per il "diritto alla salute e al riposo notturno" della donna che "non ha saputo individuare un nesso diretto tra la piattaforma nella Darsena e le ulteriori attività" anche commerciali svolte in quel luogo, "da cui è comunque esclusa la somministrazione, anche notturna, di cibi e bevande".
La donna si è trasferita tra un'udienza e l'altra
Per il Tar altre linee guida dettate dal Comune sull'area vicino ai Navigli escludono "un possibile significativo pregiudizio per i diritti" della donna "e comunque non sono in alcun modo riconducibili alle situazioni di disagio da questa lamentate". I giudici fanno notare anche che la donna, mentre era in corso il procedimento, tra un'udienza e l'altra, è andata ad abitare in un altro quartiere della città e, dunque, anche sotto questo profilo, quello della "improcedibilità", sono stati bocciati i suoi ricorsi.