Blue Whale, al via il processo: padre della vittima dovrà testimoniare
LombardiaA processo per il caso legato alla Blue Whale Challenge, il pericoloso 'gioco' dalle origini sconosciute e diventato virale sul web, c'è una 23enne accusata di stalking e violenza privata aggravata
Con la convocazione come testimone del padre della ragazzina palermitana vittima della Blue Whale Challenge, il pericoloso 'gioco' dalle origini ancora sconosciute e diventato virale sul web, dal prossimo settembre entrerà nel vivo il processo che vede imputata una 23enne accusata di atti persecutori, cioè stalking e violenza privata aggravata.
Il primo caso a Milano
Secondo l'accusa, la giovane avrebbe costretto, con l'aiuto di un complice di origini russe di 16 anni, un'alunna di una scuola media, ora 14enne, a infliggersi tagli sul corpo e a inviarle le foto, come step iniziale delle 50 prove di coraggio previste dalla Blue Whale. Nella mattina di martedì 16 aprile, alla prima udienza del dibattimento il giudice monocratico, Angela Martone, ha ammesso le prove testimoniali e documentali avanzate dal Pm e dal difensore, l'avvocato Isabella Cacciari, tra cui anche l'interrogatorio dell'imputata. La Corte ha rinviato l'udienza al prossimo 18 settembre per l'esame del padre della giovane presunta vittima la quale, invece, non dovrebbe essere convocata in tribunale per rendere testimonianza. Quello per cui ora si sta celebrando il processo è il primo e unico caso accertato a Milano di Blue Whale.
L'inchiesta giornalistica sulla Blue Whale
La vicenda è venuta a galla in seguito a un'inchiesta sul fenomeno della Blue Whale da una giornalista che, fingendo di essere una minorenne pronta alla 'sfida', ha aperto un profilo sui social ed è entrata in contatto con una alunna delle scuole medie di Palermo, ai tempi 12enne, che, nell'estate di due anni fa per qualche mese, aveva cominciato a giocare con la giovane imputata. Da qui la denuncia della stessa giornalista alle forze dell'ordine per segnalare i pericoli che stava correndo la ragazzina e l'avvio dell'indagine coordinata dal Pm di Milano, Cristian Barilli.
Blue Wahle Challenge
La ragazza di 23 anni, secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra il maggio e il giugno del 2017, avrebbe contattato la vittima mediante profili Istagram e Facebook, sostenendo di essere uno dei 'curatori' del gioco, indicandole e imponendole i gesti da compiere, per altro concordati con un complice. "Se sei pronta a diventare una balena - recita uno dei messaggi inviati all'adolescente siciliana - inciditi 'yes' sulla gamba, se non lo sei tagliati molte volte per punirti". Inoltre la presunta 'curatrice' avrebbe reiterato le "proprie minacce" e la propria "capacità intimidatoria" avvisando la 12enne di conoscere il suo "indirizzo IP di connessione", cioè il luogo da cui si connetteva e quindi di poter "raggiungerla e di ucciderla qualora avesse interrotto la partecipazione alla 'Blue Whale Challenge'".