Milano, inaugurata la 'Maestà sofferente' di Gaetano Pesce. Polemiche

Lombardia
L'inaugurazione della 'Maestà sofferente' con Gaetano Pesce, l'autore, Cristina Tajani e Vittorio Sgarbi (Agenzia Fotogramma)

L'opera, un'enorme poltrona a forma di corpo di donna trafitta da frecce, simboleggia la violenza di genere, e ha fatto molto discutere. Sgarbi: "Un'opera che non fa scandalo non è un'opera". 'Non una di meno': "Ulteriore violenza sulle donne"

È stata inaugurata in piazza del Duomo a Milano l'installazione 'Maestà soffrente' di Gaetano Pesce, un'enorme poltrona a forma di corpo di donna, trafitta da frecce, attaccata da teste di belve e legata con una catena a una grossa palla. L'opera, un omaggio alla poltrona 'Up5&6' che Pesce ideò cinquant'anni fa, simboleggia la violenza sulle donne, e ha scatenato molte polemiche. 

Pesce: occasione per discutere del tema

"L'arte fa discutere e fa crescere il nostro cervello", ha detto Gaetano Pesce all'inaugurazione. "Secondo me questa opera è una festa, anche se triste perché si ricorda che le donne sono vittime di violenza, ma è meglio ricordarlo che negarlo. Oggi questa è un'occasione per discutere della violenza sulle donne e direi che ci siamo riusciti. Oggi è il tempo delle donne, anche in politica". 

Assessore alla Moda: "Dibattito positivo"

Al taglio del nastro era presente anche l'assessore alla Moda e Design del Comune di Milano, Cristina Tajani. "L'opera da ieri fa discutere e si è aperto un dibattito, ma questo già è un primo dato positivo - ha commentato - perché noi vorremmo che la Design Week sia anche un momento di riflessione, e non solo di aperitivi e feste. Vorremmo che lo spazio della creatività che il design apre sia anche di contesa delle idee". L'opera ha partecipato a un avviso pubblico del Comune, che dà la possibilità di ospitare in città installazioni di design. "Il tema della violenza di genere, spesso consumata in famiglia, è un tema di cui si discute in tutto il mondo ed è giusto testimoniare questo aspetto", ha concluso l'assessore. "Il risultato più importante è stato riaccendere questo dibattito".

Le parole di Sgarbi

"Un'opera che non fa scandalo non è un'opera, e l'unica vera censura è il silenzio", ha detto Vittorio Sgarbi, che ha partecipato all'inaugurazione. "Secondo me queste polemiche sono finte, questa opera, bella o brutta che sia, è transitoria, quindi non può essere peggio di quelle palme”, ha aggiunto il critico d'arte parlando delle palme in piazza del Duomo. "Poi senza polemica non se ne parla abbastanza". Gaetano Pesce, secondo Sgarbi, "non è un designer, parola che mortifica gran parte del '900, ma è a metà tra l'architetto e l'artista, è l'anti-Boeri, l'anti-De Lucchi. È artista nel suo significato più alto".

La risposta di 'Non una di meno'

"Una rappresentazione della violenza che è ulteriore violenza sulle donne perché reifica ciò che vorrebbe criticare". Il movimento 'Non una di meno' stronca così, in un post su Facebook, l'installazione di Pesce. "L'opera richiama la famosa poltrona oggetto di design realizzata da Pesce nel 1969: un accogliente corpo femminile e materno sui cui adagiarsi comodamente. Ma non bastava l'utilizzo del corpo femminile reso oggetto ai fini del design, ora l'idea viene rielaborata per rappresentare la violenza sulle donne. Il risultato? Una potrona-donna trafitta da centinaia di frecce (rievocazione del martirio?). Una rappresentazione della violenza che è ulteriore violenza sulle donne perché reifica ciò che vorrebbe criticare. La donna per l'ennesima volta è rappresentata come corpo inerme e vittima, senza mai chiamare in causa l'attore della violenza. E tutto questo senza passare dalla forma umana: alla poltrona e al puntaspilli mancano infatti testa, mani e tutto ciò che esprime umanità in un soggetto". "Ma cosa potevamo aspettarci? L'opera è prodotta da un uomo" e all'inaugurazione ne hanno parlato "soltanto uomini: quel sesso che storicamente così poco si è interrogato sul proprio essere autore di violenza e sull'immaginario cui attinge quando 'crea' opere sul 'femminile'", conclude il post. 

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