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Ex calciatore ucciso, l'imputata: "Volevo difendere la mia famiglia"

Lombardia
Foto di archivio

Rendendo dichiarazioni spontanee in aula la donna ha dichiarato: "Mio figlio non c'entra niente. Se deve andare in carcere ci vada per quello che ha fatto lui, ma non per quello che ho fatto io" 

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"Sono colpevole al cento per cento di avere ucciso Andrea La Rosa, mio figlio non c'entra niente, non era con me quella sera. L'ho fatto perché La Rosa ha minacciato me e i miei nipoti". Lo ha dichiarato rendendo dichiarazioni spontanee in aula Antonietta Biancaniello, la donna di 60 anni imputata insieme al figlio Raffaele Rullo di omicidio volontario e occultamento di cadavere per il delitto di Andrea La Rosa, ex calciatore del Brugherio calcio trovato morto il 14 dicembre 2017 in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della donna.

La ricostruzione degli inquirenti

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, La Rosa è stato ucciso il 14 novembre 2017, un mese prima del ritrovamento del corpo, da madre e figlio, nella cantina del palazzo dove abitava la donna a Quarto Oggiaro, nella periferia di Milano. I due avrebbero messo il corpo in un fusto di benzina e gli avrebbero versato addosso dell'acido, le cui esalazioni hanno provocato la morte di La Rosa. "Ho ammesso il delitto fin da subito - ha spiegato Biancaniello ai giudici della corte d'Assise di Milano -, non so se mio figlio potrà mai perdonarmi, ma io l'ho fatto per lui, perché come ha minacciato me, La Rosa avrebbe potuto minacciare anche lui". Poi la donna ha aggiunto: "Non chiedo perdono, non chiedo scusa, chiedo solo di capirmi. Se mio figlio deve andare in carcere ci vada per quello che ha fatto lui, ma non per quello che ho fatto io". L'8 aprile è prevista la discussione dei PM Maura Ripamonti, titolare dell'inchiesta insieme all'aggiunto Eugenio Fusco.

L'imputata ha negato di aver provato a uccidere la nuora

La donna ha anche parlato dellla nuora, Valentina Angotti, negando di aver provato a ucciderla e dicendo di aver chiamato i soccorsi per salvarla. Ha respinto l'accusa di avere provato a uccidere Valentina Angotti, sua nuora e moglie di Rullo. Nella ricostruzione del PM Maura Ripamonti e dell'aggiunto Eugenio Fusco, i due hanno ucciso La Rosa per un debito di circa 38mila euro, dopo che non erano riusciti a ottenere i 150 mila euro dell'assicurazione sulla vita di Valentina Angotti. "Mia nuora per me era come una figlia - ha raccontato l'imputata in aula, piangendo davanti alla Corte - la aiutavo con i bambini, ho sempre pensato io a tutto, cercando di apparire come una persona dura anche durante la malattia di mio marito, senza mai fare vedere alla mia famiglia quanto fossi triste".
La 60enne ha fornito alla Corte d'Assise la sua ricostruzione del 5 ottobre 2017, giorno in cui Valentina Angotti è stata trasportata in ospedale in codice rosso, con le vene dei polsi tagliate. Ha sostenuto di essere andata a casa della nuora quella mattina perché lei non si sentiva bene, di essere poi uscita per andare in farmacia e di avere trovato, al ritorno, la donna sanguinante in casa e priva di sensi. "Valentina era seduta in bagno con le braccia tagliate sulle ginocchia, c'era sangue ovunque. Ho chiamato il 118 con due telefoni - ha detto Biancaniello - ero agitatissima. Le ho tamponato i polsi con degli asciugamani, poi ho chiamato Raffaele e gli ho detto: 'Qui è finito il mondo!'".