“I familiari delle vittime avevano il diritto di ottenere questa carcerazione" ha proseguito il questore Sergio Bracco. Nel 1979 a Milano, il gruppo di fuoco di Cesare Battisti commise due omicidi
"Io credo che sia stata fatta giustizia per le vittime prendendo Battisti. I loro familiari avevano il diritto di ottenere questa carcerazione". Sono queste le parole pronunciate dal Questore di Milano, Sergio Bracco, che si è insediato in via Fatebenefratelli. A Milano il gruppo di fuoco di Cesare Battisti commise due omicidi, entrambi nel 1979. Il 16 febbraio venne ucciso il gioielliere Pierluigi Torregiani, nella stessa azione rimase paralizzato il figlio, mentre il 19 aprile fu ucciso Andrea Campagna, un agente della Digos di 25 anni.
Le nuove indagini
Battisti non sarà di nuovo interrogato entro breve tempo. Dopo le ammissioni sui 4 omicidi, per i quali è stato condannato all'ergastolo, rese tra sabato e domenica davanti al capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e a Cristina Villa, dirigente della sezione antiterrorismo della Digos, gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulla rete che lo avrebbe aiutato durante la fuga. A verbale l'ex terrorista dei Pac ha detto di non aver avuto "appoggi" o "coperture occulte" nella latitanza nel corso della quale si è mantenuto anche con la sua attività di scrittore. Gli investigatori avrebbero preso in considerazione anche i vari finanziamenti 'solidali' ricevuti negli anni, ma dal punto di vista penale non sarebbero perseguibili. Le indagini dei magistrati si stanno concentrando sulle reazioni dei conoscenti e dei contatti di Battisti a seguito delle sue ammissioni.