Milano, non paga l'Iva per salvare l'azienda: imprenditore assolto

Lombardia
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Il Tribunale di Milano ha riconosciuto l'impegno dell'uomo che ha usato il proprio capitale per tentare di garantire continuità all'impresa ed evitare il fallimento 

Ha fatto di tutto per salvare l'azienda di famiglia, nota per la produzione di scarpe per bambini per prestigiosi marchi. Per far fronte alla mancanza di liquidità, causata dalla crisi del 2010, ha messo mano al patrimonio personale versando 9 milioni di euro, somma che aveva scelto, però, di usare non per saldare i debiti con il fisco, ma per un piano di rilancio imprenditoriale, nella speranza di non chiudere, e in un secondo momento saldare anche il debito erariale. Così, per l'ex docente universitario imputato per omesso versamento dell'Iva per cinque annualità, è da poco diventata definitiva l'assoluzione con formula piena emessa qualche mese fa dal Tribunale di Milano. Assoluzione che applica in modo estensivo l'orientamento giurisprudenziale in base al quale si esclude la responsabilità penale del mancato versamento delle imposte se si dimostra, a causa della crisi economica, l'impossibilità di far fronte alla mancanza di liquidità. Nel caso del professore, accusato di non aver pagato l'Iva tra il 2011 e il 2017, per un totale circa 1.7 milioni di euro, il giudice Flaviana Balloi, ha accolto la tesi dei difensori, gli avvocati Francesco Arata, Claudio Schiaffino e Francesca Nobili, riconoscendo, l'impegno dell'imprenditore che ha usato il proprio capitale per garantire continuità all'impresa ed evitare il fallimento. Il crac societario è stato comunque dichiarato nel 2016 a Milano, dove la società, con sede operativa nelle Marche, aveva la sede legale.

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