A Milano è in corso il processo che deve fare luce sul rapimento della modella inglese Chloe Ayling, rapita nel luglio del 2017 a Milano
La modella inglese Chloe Ayling, rapita nel luglio del 2017 a Milano e tenuta segregata per una settimana, prima in un appartamento della città e poi in una baita in provincia di Torino, potrà testimoniare in videoconferenza dall'Inghilterra, senza doversi presentare in aula.
Il processo
A Milano è in corso il processo a carico di Michal Konrad Herba, fratello di Lukasz Pawel Herba, già condannato in primo grado a 16 anni e 9 mesi di carcere per il sequestro a scopo di estorsione della ragazza. La decisione di ascoltare la donna in videoconferenza è stata presa dalla Corte d'Assise di Milano che ha respinto l'istanza della difesa dell'imputato che chiedeva la testimonianza in aula della donna. Ayling al processo è parte offesa, ma non parte civile: la donna non ha pagato il legale che la ha rappresentata nel primo processo e non ne ha nominato un altro. La Corte ha accolto, invece, la richiesta del Pm Paolo Storari di una deposizione in videoconferenza. La data della testimonianza non è ancora stata fissata. Intanto, venerdì 1 febbraio, è proseguito l'esame in aula di molti testimoni dell'accusa, convocati perché la difesa ha chiesto alla Corte di poter sentire tutte le deposizioni in aula, acquisendo solo successivamente i verbali resi in fase di indagini, perché l'imputato non ha avuto modo di leggere gli atti.
Il rapimento
Il sequestro della modella è durato una settimana. Lucasz Herba, considerato dagli investigatori un "mitomane avventuriero", secondo gli inquirenti, voleva accreditarsi sul 'deep web'. Da quanto emerso durante indagini, i due fratelli avrebbero anche chiesto al manager e ai familiari di Ayling in un primo tempo 300 mila e poi 50 mila dollari, mai ottenuti.