Como, baby gang: "condotte antisociali", misure per 17 giovanissimi

Lombardia
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

I 17 sono indagati per una quarantina di reati, tra consumati e tentati, nelle zone del Comasco. Il questore di Como: "Stupisce l'assenza delle famiglie"

Una banda di adolescenti di Como è accusata di "condotte antisociali": sono 17 le misure cautelari nei confronti di altrettanti giovanissimi, tutti indagati nell'ambito di un procedimento denominato 'Baby Gang di Como'. Si tratta di quattro ragazzi di 14 anni, cinque di 15, quattro di 16, due di 17 e altri due che nel frattempo sono diventati maggiorenni. "In particolare è stata disposta l'applicazione della custodia in carcere per cinque minorenni, del collocamento in comunità per altri sette minorenni e infine della permanenza in casa per ulteriori cinque", fa sapere la Procura di Como.

I minorenni indagati

I 17 indagati sono indiziati di essere autori in concorso tra loro di circa una quarantina di reati consumati o tentati: 10 rapine, un'estorsione, 17 furti aggravati, cinque ricettazioni, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, commessi a Como e dintorni nel periodo tra luglio e ottobre 2018. "Gli indagati hanno dato vita a un vero e proprio fenomeno di micro-criminalità diffuso ormai da qualche mese nel territorio del Comasco, con una pericolosa escalation nella gravità delle condotte antisociali, alimentata dal diffuso senso di impunità di questi giovani, e con un'espansione del bacino di raccolta della banda che ha coinvolto via via un numero sempre maggiore di aderenti, attratti dalla prospettiva di conquistarsi un prestigio sociale nei confronti dei coetanei, oltre che un ruolo di supremazia nel gruppo dei pari", ha concluso la Procura.

Questore: "Stupisce assenza delle famiglie"

"Ci ha stupito l'assenza delle famiglie, il loro stupore, se non l'atteggiamento assolutorio". Lo ha detto il questore di Como, Giuseppe De Angelis. Aggiunge il comandante del reparto operativo dei carabinieri Andrea Ilari: "Il rischio che per qualcuno di questi ragazzi l'arresto diventi una medaglia da vantare c'è. Il difficile viene ora con il percorso verso la rieducazione". Secondo il questore a preoccupare è "l'escalation dei reati commessi ma soprattutto l'assenza di percezione del reato in questi ragazzi, oltre che l'assenza delle famiglie". La situazione è tale che in alcuni casi è stata anche temporaneamente tolta la patria potestà. 

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