Milano, dibattimento per 3 frati economi a febbraio: ammanco da 24 milioni

Lombardia
Foto di archivio (Getty Images)

L'istruttoria dibattimentale si terrà il prossimo 6 febbraio. I tre frati, ex economi di altrettanti enti dei Frati Minori, sono accusati di aver sottratto dalle casse 24 milioni di euro

Prenderà il via il prossimo 6 febbraio, davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano, l'istruttoria dibattimentale nel processo a carico di tre frati, ex amministratori di altrettanti enti dei Frati Minori, accusati di un ammanco nelle casse dei francescani di circa 24 milioni di euro.

Il dibattimento a febbraio

Il 6 febbraio il giudice Giuseppe Vanore scioglierà la riserva sulle ultime questioni preliminari, tra cui la richiesta di una nuova produzione documentale avanzata dal PM Adriano Scudieri. Il giudice dichiarerà poi l'apertura del dibattimento a carico di tre ex economi di altrettanti enti: Giancarlo Lati, della Casa Generalizia dell'Ordine dei Frati Minori (rappresentata come parte civile dal legale Federico Pezzani), Renato Beretta, della Provincia di Lombardia San Carlo Borromeo dei Frati Minori (rappresentata dal legale Gian Luigi Tizzoni), e Clemente Moriggi, della Conferenza dei ministri provinciali dei Frati Minori d'Italia (rappresentata sempre dal legale Tizzoni). In calendario sono state fissate già altre tre udienze, il prossimo 22 febbraio, il 22 marzo e il 5 aprile. 

Le indagini

Le indagini erano scattate tra fine 2014 e metà 2015, con le denunce presentate dagli stessi tre enti. Nelle denunce veniva segnalato che i tre frati avevano eseguito "operazioni di investimento, promosse e gestite da un sedicente fiduciario-investitore, tale Leonida Rossi", persona "sprovvista di qualsiasi autorizzazione per lo svolgimento di attività finanziarie". Tali operazioni finanziarie si sono "concluse con la mancata restituzione dei capitali investiti".

Il coinvolgimento dell'imprenditore Rossi

I tre enti avevano evidenziato "gravi irregolarità nella gestione finanziaria" tra il 2007 e il 2014, con "un consistente e reiterato flusso di denaro, per un importo superiore a 24 milioni di euro, dalle casse degli enti verso conti correnti bancari ubicati in Svizzera nella disponibilità di Rossi". Rossi, 78 anni, italo-svizzero, dopo che era emerso il suo coinvolgimento nell'indagine, si era impiccato nella sua villa a Lurago d'Erba, in provincia di Como, nel novembre 2015. Il Gip Maria Vicidomini non aveva accolto la richiesta di archiviazione dei PM, e aveva ordinato l'imputazione coatta per i tre frati. Da qui il processo alla quarta sezione penale.

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