Rho, pensionata uccisa: ex vicino condannato all'ergastolo

Lombardia
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Renato Modugno era accusato di avere ucciso a coltellate Antonietta Migliorati, 73 anni, il 17 agosto 2017. Lui si era difeso: "Sono stato uno sciacallo, ma non un assassino"

È stato condannato all'ergastolo Renato Modugno, il 53enne accusato di avere ucciso a coltellate la sua ex vicina di casa, la pensionata di 73 anni Antonietta Migliorati, il 17 agosto 2017 a Rho, nel Milanese, portando via dalla sua abitazione anche pochi gioielli. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Milano, che ha accolto la richiesta del PM Maria Letizia Mocciaro. L'uomo era stato arrestato nel marzo dello scorso anno grazie al Dna rinvenuto sulla vittima. Modugno è stato anche condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici ed è statp stabilito un risarcimento provvisionale di 300 mila euro per i due figli della donna che si sono costituiti parti civili.

Insulti a Corte e PM

"Hai voluto un colpevole e ora hai un colpevole, mentre l'assassino è in giro. Molto brava". Così, subito dopo il verdetto, Renato Modugno si è rivolto alla pm Maria Letizia Mocciaro. Dopo la lettura del dispositivo, l'uomo ha anche rivolto un insulto alla Corte e al pubblico in sala, prima di essere portato via dagli agenti della polizia penitenziaria.

La ricostruzione del PM

Come ha ricostruito in aula il PM, l'uomo frequentava spesso la donna, che "forse, in qualche occasione, gli aveva letto le carte". Da qui il movente dell'omicidio, commesso senza premeditazione. "Forse quel giorno era andato dalla Migliorati per protestare perché la sua ex moglie non era tornata con lui. La donna, che era molto vitale, avrà sicuramente reagito, così lui l'ha prima colpita e poi accoltellata a morte". Inoltre, per il pubblico ministero dopo il delitto Modugno avrebbe provato a "simulare una rapina", rubando a casa dell'anziana "qualche oggetto d'oro", per poi tentare di venderlo in un compro-oro di Arona, in provincia di Novara.

Le parole dei figli della vittima

"Oggi mia mamma ha avuto, in parte, la sua rinascita", ha commentato Stefania, figlia della vittima. A chi le ha chiesto perché Modugno non abbia mai ammesso il delitto, lei ha risposto: "Di solito gli assassini fanno così". Marco, l'altro figlio della donna, ha aggiunto: "Giustizia è fatta".

Le tracce biologiche

A incastrare il presunto killer sono state le tracce biologiche trovate sulla vittima dagli specialisti del Ris. "Del Dna è stato ritrovato sulle ecchimosi e sulle lesioni sul corpo della vittima ed è un Dna che di certo è dell'imputato", le parole di Mocciaro. Anche Massimo Proietti, legale di parte civile che assiste i familiari della donna, ha chiesto la condanna del 53enne ma, a differenza del PM, ha sostenuto che l'omicidio fosse premeditato. "Ha scelto volutamente quel giorno per compiere il delitto in casa della donna perché convinto di essere da solo in tutto il palazzo. Per di più aveva delle animosità nei confronti della Migliorati".

La difesa

Secondo la ricostruzione del difensore del 53enne, non è mai stata accertata l'identità di un presunto complice, di cui si era parlato all'inizio delle indagini in quanto sul corpo della vittima era stato ritrovato il Dna di un altro soggetto maschile. Per la difesa, che ha chiesto l'assoluzione del suo assistito, non vi è quindi "certezza sulla responsabilità di Modugno".

Le dichiarazioni di Renato Modugno in aula

"Sono stato uno sciacallo, ma non sono un assassino", ha detto in aula Modugno. Il 53enne, piangendo, ha sostenuto di essere arrivato in casa dell'anziana dopo che lei era già morta. A quel punto le avrebbe, però, rubato degli oggetti d'oro. "Ho visto che sul lavandino c'erano dei monili, ho chiamato mio fratello e gli ho detto: 'Fatti quattro soldi'. Sono stato uno sciacallo, ma non un assassino". Poi, ha aggiunto: "Non sono stato io. Se avessi voluto ucciderla l'avrei fatto a mani nude, con l'uso di due sole dita e non di 30 coltellate".

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