A Milano in centinaia alla manifestazione contro il Decreto Sicurezza

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)
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In centinaia in piazza contro il Decreto Sicurezza approvato dal governo. Slogan contro Salvini. Il corteo è terminato davanti al centro di accoglienza di via Corelli 

Centinaia di persone sono scese in piazza a Milano contro il Decreto Sicurezza e la chiusura del centro di accoglienza di via Corelli, che è destinato a diventare un Cpr (Centri di Permanenza per il Rimpatrio). Alla manifestazione, che ha preso il via alle 16 da piazza Piola, hanno preso parte i giovani dei centri sociali, la rete di 'Mai piu' lager-No ai Cpr', la Camera del Lavoro, Arci, Rifondazione Comunista, Cgil, Fiom, Pci, e Cobas.

Gli slogan contro Matteo Salvini

Diversi slogan contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Tra gli striscioni quelli contro la trasformazione in Cpr del centro di via Corelli e quelli con scritto "Lega Salvini e lascialo legato" e "Lega ladrona. Salvini casta".

Il corteo

Durante la manifestazione non sembrano esserci state tensioni. Il corteo ha seguito il percorso prestabilito, fermandosi infine all'inizio di via Corelli, a qualche centinaia di metri dal centro di accoglienza per i migranti. I manifestanti hanno scritto "lager" con la vernice bianca sull'asfalto. Un piccolo gruppo di manifestanti ha cercato di avvicinarsi al centro, ma ha trovato subito la strada transennata. Il corteo si è infine sciolto senza nessun incidente.

Le dichiarazioni di ActionAid

"ActionAid si unisce a Terres des Hommes, a Gino Strada e a chi chiede al presidente Mattarella di farsi garante della costituzione e porsi a tutela dei cittadini contro la contrazione dei diritti e la regressione culturale segnata da questo decreto. Siamo di fronte a un attacco non solo ai migranti, ma anche al welfare locale". Così Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid. "Si sono moltiplicati in questi giorni i consigli comunali che hanno chiesto la sospensione del decreto a fronte di un aggravio che Anci ha stimato essere attorno ai 280 milioni di euro sulle spalle degli enti locali - aggiunge Coresi - L'approccio del decreto è securitario e punitivo verso i migranti e verso chi dissente o rivendica diritti fondamentali. Questo decreto confonde la sicurezza col contrasto alla precarietà e la salvaguardia dei diritti, e allontana dagli occhi della società civile sia i migranti sia le procedure per il riconoscimento di una forma di protezione. Le nuove norme ridurranno il riconoscimento di tutela aumentando il numero di stranieri in condizione di irregolarità".

La preoccupazione sulle frontiere

"Preoccupa la possibilità che, in attesa dell'esecuzione del provvedimento di espulsione, le persone possano essere trattenute anche in luoghi diversi dai Centri di Permanenza per il rimpatrio", continua ActionAid. "I luoghi di frontiera d'ora in poi funzioneranno in maniera ancora più invisibile rispetto al passato, rendendo ancora più urgente l'identificazione di strumenti per monitorare l'applicazione delle nuove procedure negli hotspot e tutelare gli stranieri".

L'intervento di Majorino

Intervenuto anche Pierfrancesco Majorino, assessore alla Politiche sociali del Comune di Milano: "Dopo aver parlato coi responsabili delle strutture d'accoglienza sconvolte dallo tsunami del decreto Salvini e aver letto i numeri di donne, bambini, giovani uomini che in queste settimane finiranno per strada volevo esprimere un concetto piuttosto articolato. Salvini: sei un buffone pericoloso, ma noi resisteremo".

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