Varese, 15enne rapito e torturato: quattro coetanei in carcere

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

I quattro, tutti tra i 14 e i 15 anni, avrebbero torturato il loro coetaneo per ottenere informazioni su un suo amico che aveva con loro un piccolo debito per droga 

Sono tutti in cella al Beccaria a Milano i quattro minorenni di Varese che lo scorso 9 novembre hanno rinchiuso in un garage e torturato un 15enne nel tentativo di estorcere informazioni su un coetaneo che aveva accumulato un debito di 40 euro per della droga nei confronti degli aggressori. Le ordinanze nei confronti di tre ragazzi sono state firmate dal Gip del tribunale dei Minorenni su richiesta della procura e sono state eseguite venerdì 23 novembre dagli agenti della Squadra mobile. Un quarto era stato fermato lo scorso martedì. I ragazzini, tutti tra i 14 e i 15 anni,sono  accusati di sequestro di persona aggravato, lesioni aggravate, rapina aggravata e tortura. Uno dei fermati è di origini ivoriane, mentre gli altri sono italiani: tutti frequentano le scuole medie o la prima classe delle superiori.

La violenza

"Il 15enne rapito – si legge in una nota diramata dalla procura – dopo essere stato legato a una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro giovani indagati. Spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi, gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito. Alcuni colpi gli sono stati inferti con un bastone ferrato". Inoltre, "uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, per aizzarli contro la vittima" alla quale sarebbe stato "avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco. Più volte - prosegue la ricostruzione - il giovane è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla sua morte".

Elevata pericolosità sociale del 'branco'

La vicenda è "indicativa di uno stile di vita deviato, di una totale refrattarietà al rispetto delle regole della civile convivenza, di un imbarbarimento di un sistema" di valori in cui "la persona e la dignità umana non paiono più rivestire alcun significato". Lo scrive il Gip minorile di Milano Marina Zelante nel provvedimento con cui ha disposto il carcere per i quattro ragazzini. Per il giudice "anche le stesse modalità esecutive dei reati appaiono indice di un'elevata pericolosità sociale, avendo gli indagati agito in branco con un accanimento e una crudeltà sorprendente per la loro età". Infatti, scrive il Gip, "prima di decidere il tipo di sevizie a cui sottoporre la vittima i giovani aguzzini uscivano dal garage" per confrontarsi e valutare "la tortura da praticare di volta in volta".

Le indagini

Gli agenti della Questura di Varese, coordinati dalla Procura dei Minori di Milano, hanno aperto un'inchiesta sulla vicenda. Martedì 20 novembre i poliziotti hanno eseguito un primo arresto, nei confronti di un minore, mentre nella mattinata di venerdì altri tre ragazzini, presunti complici delle violenze, sono stati fermati e portati al carcere minorile Beccaria di Milano, con l'accusa di sequestro di persona aggravato, lesioni aggravate, rapina aggravata e tortura.

I motivi delle torture

Secondo quanto emerso fino a ora, la rappresaglia nei confronti del 15enne sarebbe scattata per un piccolo debito di droga di un amico della vittima nei confronti degli aggressori. La giovane vittima sarebbe stata prelevata davanti a una scuola media di Varese e poi rinchiusa nel garage dove sono avvenute le violenze.

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