Milano, omicidio Jessica: 7 giorni prima di morire chiese aiuto al 112

Lombardia
Immagine d'archivio (ANSA)

Agli atti delle indagini le trascrizioni delle telefonate che la 19enne, spaventata dai comportamenti dell’uomo che l’avrebbe uccisa, aveva diretto al 112 una settimana prima dell’omicidio 

La Procura ha messo agli atti delle indagini per l’omicidio di Jessica Faoro le trascrizioni delle telefonate che quest’ultima, spaventata dai comportamenti dell’uomo che poi l’avrebbe uccisa, Alessandro Garlaschi, aveva diretto al 112. La 19enne aveva cercato aiuto in una serie drammatica di telefonate avvenute la notte del 1 febbraio, sette giorni prima di essere uccisa.

La serie di richieste d'aiuto

Secondo quanto riportato, quella notte la giovane fece una prima chiamata al 112, rimasta senza risposta, alle 00.26. Ad un secondo tentativo, riuscì a mettersi in contatto con le forze dell’ordine, chiedendo aiuto e anche un’ambulanza perché le “veniva da cadere” a terra, aveva attacchi di “panico” per la “paura presa” a seguito di un tentativo dell’uomo di “metterle le mani addosso”. La giovane era domiciliata presso l’abitazione di Garlaschi, che viveva con la moglie, come ragazza alla pari. In seguito all’episodio di tentata violenza la ragazza era scappata dall’appartamento, e disse in un’ulteriore telefonata di aver “paura” a rientrare “da sola” in casa a prendere il cane e gli zaini contenenti i suoi effetti personali. Alle 00.46 e all’1.10, la vittima effettuò altre due telefonate chiedendo di andare in ospedale.

L'assassinio

Stando ai risultati delle indagini, condotte dal Pm Cristiana Roveda, Alessandro Garlaschi, tranviere dell’Atm, avrebbe ucciso la 19enne nel suo appartamento di via Brioschi sette giorni dopo, con 85 coltellate, dopo aver accompagnato la moglie dalla suocera a Novegro, nel Milanese. All’uomo è stato contestato l’omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi e il vilipendio di cadavere.

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