Secondo l'accusa l'uomo avrebbe causato gravi disturbi psichici ad una coppia di vicini e infastidito gli altri residenti del condominio
Avrebbe causato "gravi disturbi psichici" ad una coppia di vicini, dormendo e bivaccando davanti alla loro porta e minacciandoli in più occasioni, inoltre avrebbe infastidito anche gli altri residenti del condominio, situato nella cosiddetta 'chinatown' di Milano, arrivando addirittura a chiudere il rubinetto dell'acqua condominiale con un lucchetto. Con l'accusa di stalking è finito a processo, davanti al giudice Luigi Varanelli, un 64enne di origine egiziana, arrestato lo scorso settembre.
Lo stalking ai vicini di casa
Stando all'imputazione, l'uomo in più occasioni avrebbe campeggiato "sul ballatoio e sulle scale condominiali che conducono all'abitazione dei coniugi, bagnando la porta della loro abitazione" con dell'acqua e "proferendo espressioni minacciose del tipo: 'è inutile che metti l'allarme perché ti taglio il cancello con il flessibile e te lo butto giù'". Inoltre, avrebbe anche pedinato i due provocando loro "un grave e perdurante stato di ansia e di paura", si legge nel capo di imputazione.
Lo stalking all'intero palazzo
Il giudice, venerdì 26 ottobre, ha deciso di disporre per l'imputato una perizia psichiatrica. Nell'imputazione, infatti, vengono elencati tanti altri atti persecutori ai danni di tutti i condomini come "aver tinteggiato l'androne, il cancello d'ingresso, il locale contatori e il locale spazzatura e avere eseguito lavori di ripristino sulle parti comuni, senza autorizzazione e chiedendone il rimborso". L'uomo, tra l'altro, in passato, era stato anche processato e poi assolto dall'accusa di maltrattamenti ai danni della 76enne con la quale conviveva. Il procedimento era nato da una segnalazione dei servizi sociali, perché l'uomo rendeva difficile ai medici entrare in casa per curare la donna malata che poi è stata ricoverata in una casa di cura.