L’indagine era partita dopo l’arresto di un corriere fermato in aeroporto con 10 chili di cocaina in una valigia
Sette persone, cinque in Italia e due in Svizzera, sono state arrestate per traffico internazionale di cocaina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Il gruppo era formato da 15 persone, le altre 8 erano state arrestate in flagranza nel corso delle indagini. Importavano cocaina purissima in Italia dal Sud America e dall’Olanda, utilizzando corrieri che inghiottivano fino a 100 ovuli a testa. Quest’ultimi venivano recuperati una volta atterrati all'aeroporto di Milano Malpensa (Varese). Venivano usati anche altri metodi: quando viaggiavano in aereo nascondevano la droga in trolley con doppio fondo oppure la trasportavano nel sedile di un’automobile con targa svizzera che ritenevano ‘sicura’ o su vetture a noleggio.
L’indagine
L'indagine, denominata Black Snow perché la cocaina era miscelata con una sostanza vegetale nera per eludere i controlli, era partita nel 2016 quando un corriere proveniente da Madrid in Spagna era stato bloccato a Malpensa con dieci chilogrammi di cocaina nel doppio fondo di una valigia. Il gruppo aveva base logistica tra le province di Savona, Asti, Torino e in Svizzera. Durante l’operazione sono stati sequestrati oltre 18 chili di cocaina proveniente da Perù e Olanda.
Gli arrestati
A finire in manette sono stati un broker finanziario, un carrozziere di Torino e un’operatrice di sportello in banca di Asti, compagna di un dominicano residente in Svizzera e ritenuto il ‘dominus’ del gruppo. La donna cambiava, all’insaputa della banca, il denaro derivante dallo spaccio in banconote da 200 e 500 euro, più facili da trasportare o da usare per inviare denaro all’estero con ‘Money Transfer’. Arrestati anche un peruviano residente in Svizzera e due uomini disoccupati residenti ad Asti e a Torino. Le centinaia di migliaia di euro guadagnate con lo spaccio venivano reinvestite dal gruppo per comprare altre partite di droga o per acquistare terreni, tra cui quattro vigneti e un immobile ad Asti, tutti sequestrati dalle fiamme gialle. Ormai prossimi a essere tutti arrestati, su indicazione del ‘capo’, il gruppo aveva ipotecato la sua casa per poter continuare a comperare cocaina e proseguire il traffico.