Il museo riapre dopo tre anni di lavori, con una mostra su Hayez, un nuovo Caffè e due opere restaurate
La Pinacoteca milanese festeggia. Martedì si conclude il riallestimento delle ultime due delle 38 sale del complesso, la 37esima e la 38esima, dedicate all’arte Ottocentesca. Si mette la parola fine a un progetto di ristrutturazione cominciato tre anni fa e, con l’occasione, viene presentato il VII dialogo fra opere della collezione braidense e quelle di altri musei.
E’ la volta di un quadro di Francesco Hayez, ‘Ritratto di Teresa Manzoni Stampa Borri', che viene messo a confronto con tre opere ospiti: il 'Ritratto di Madame Gonse' di Jean-Auguste-Dominique Ingres, proveniente dal Musée Ingres di Montauban, il 'Ritratto di Selene Taccioli Ruga', dello stesso Hayez, e il busto in gesso di Lorenzo Bartolini, 'Ritratto di Anna Maria Virginia Buoni Bartolini', entrambi provenienti da collezioni private. Inoltre, complici i festeggiamenti incentrati sull’arte di metà Ottocento, sono state restaurate altre due tele di Hayez, l'Autoritratto del 1848 e il Ritratto di Alessandro Manzoni del 1841.
Ulteriore novità, che fa da cornice al riallestimento, è l’apertura del Caffè Fernanda, che prende il nome dalla storica direttrice Fernanda Wittgens, artefice della rinascita della Pinacoteca nel primo dopoguerra. Il Caffè sarà parte integrante dell’allestimento del museo, avendo al suo interno alcune opere della collezione, e prende posto in quello che era l’ingresso principale.
Prosegue invece l’attesa per la consegna di Palazzo Citterio, distante appena 150 metri, che dovrebbe ospitare i depositi della Pinacoteca, laboratori didattici e di restauro, e, soprattutto, le collezioni di arte moderna del museo. “Potrebbe essere gennaio, ma solo quando vedrò tutti i certificati che mi dicono che c'è un clima stabile, un piano antincendio”, commenta James Bradburne, direttore del Museo.
“Allora firmeremo la consegna definitiva. Ora abbiamo preso una consegna provvisoria e abbiamo notato delle lacune che devono essere corrette”, spiega.
Anche il sindaco Giuseppe Sala si è detto impaziente: “Dobbiamo accelerare su Palazzo Citterio. Purtroppo siamo un po' in ritardo, cerchiamo di recuperare”, esorta.