“Vi racconto Plautilla, la prima ‘architettrice’ che costruì sulla pietra i propri sogni”
LifestyleTorna in libreria il romanzo di Melania G. Mazzucco, dedicato all'artista che progettò nella Roma del Seicento la Villa del Vascello. La scrittrice durante la rubrica di libri di Sky TG24: "Fu una donna straordinaria che riuscì a realizzare qualcosa di unico"
La protagonista di questo romanzo si chiama Plautilla Bricci, è stata un'artista del Seicento e fino a qualche tempo fa era poco più di un'annotazione conosciuta solo dai più esperti tra gli addetti ai lavori.
Eppure - come racconta la scrittrice Melania G. Mazzucco durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24 - Plautilla è stata "una donna straordinaria che in silenzio riuscì a fare ciò che nessuna artista del suo tempo fu in grado di realizzare: dipingere, certo, ma soprattutto costruire sulla pietra i propri sogni".
A quella vita incredibile, e per certi versi quasi proverbiale, Mazzucco ha dedicato il suo ultimo libro, "L'architettrice", che a poco più di due anni dalla sua uscita torna ora in edizione tascabile per i tipi di Einaudi.
La Villa del Vascello
Il romanzo incrocia la vita di Plautilla con la storia della sua opera più importante, la Villa del Vascello, distrutta due secoli dopo la sua edificazione dalle cannonate francesi che nel giugno del 1849 metteranno fine all’esperienza della repubblica romana. "Era uno degli edifici più importanti della città per almeno due ragioni - spiega Mazzucco a Sky TG24 - Innanzitutto perché era stata progettata e costruita da un’'architettrice'; e poi perché nell'Ottocento, prima di essere cannoneggiata e distrutta, diventò il simbolo della difesa di una repubblica giovane e democratica. La perdita di quella villa ha quindi sottratto dalla memoria la storia di Plautilla e dalla realtà l’ipotesi di un’altra Italia possibile, quella che sognavano i giovani volontari accorsi a Roma da tutta Europa".
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La Roma del '600, "il gran teatro del mondo"
Ma il romanzo di Mazzucco risplende anche grazie alla capacità di tenere a sé la storia di quest'artista e della sua famiglia con quella della Roma del Seicento.
Una città, ricorda Mazzucco, che "era il gran teatro del mondo, il luogo dove tutti gli artisti in cerca di fortuna venivano ad abbeverarsi della bellezza e a produrla. Un polo d’attrazione straordinario, in cui la fortuna poteva baciare chiunque innalzandolo a vette inimmaginabili e però, allo stesso tempo, un posto che poteva farti precipitare nell’abisso perché a Roma il potere era sempre transitorio e ciò faceva sì che fosse un eccezionale palcoscenico di ascese e cadute rovinose".
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"La letteratura ha la capacità di riportare alla luce ciò che si è inabissato"
"L'architettrice", tuttavia, è prima di tutto un romanzo sull’oblio e sulla dannazione della memoria: "La storia può essere crudele - dice Mazzucco - e la vita di Plautilla ne è una conferma, con la sua cancellazione e la sua rimozione avvenuta già quando era ancora viva. Le è stata sottratta la maternità della sua villa, si è cominciato a dire che lì dentro avesse solo disegnato e dipinto e il suo nome è stato così gradualmente espunto da tutte le storie artistiche. Ma la letteratura, per fortuna, può sempre riportare alla luce ciò che si è inabissato ed è questo il viaggio che a me piace spesso fare. Anche perché rimettere Plautilla là dove è stata cambia pure la storia del presente. Per questo - conclude - mi è sembrato così importante ritrovarla".
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