Originario del lontano Oriente, il crisantemo è tra i fiori più diffusi anche in Occidente dopo le rose. Simbolo di abbondanza e rinascita, è in Italia il fiore per eccellenza legato alla festività dei defunti. Scopriamo come si può coltivarla con facilità nel proprio giardino
Originario dell’Asia e celebrato in Giappone come simbolo nazionale, il crisantemo è un fiore appartenente alla famiglia delle Compositae. Si tratta di una pianta perenne, comprendente almeno 200 specie diverse tra loro. Giunto in Europa dalla lontana Cina intorno al 1700, è in Italia legato al culto dei defunti, mentre è facile trovarlo in Cina o Giappone come ornamento di casa.
I crisantemi: caratteristiche e fiori
Il crisantemo è una pianta erbacea definita suffruticosa, annuale e perenne, che può essere coltivata all’aperto così come in appartamento. Tra i crisantemi più diffusi in Italia troviamo la comune margherita dei prati, l’erba di San Pietro, la margherita alpina. Quelli solitamente indicati come crisantemi sono il crisantemo indicum e il crisantemo sinense. È una pianta ideale per essere coltivata in vasi, sui davanzali, in serra o nei giardini sassosi ed è caratterizzata da foglie di forma ovale, che si sviluppano su rami legnosi. Questi possono raggiungere la lunghezza di 1 metro, ma in genere si attestano su pochi centimetri. In base alla tipologia di crisantemo, cambia il colore dei fiori della pianta, che può variare dal viola, al rosa, passando per il rosso, il marrone e il bianco.
approfondimento
Camelia, come coltivarla in casa in vaso o in terra: la guida
I crisantemi: come coltivare la pianta
Il crisantemo è una pianta perenne e annuale, piuttosto resistente. Ama un clima caldo temperato e ventilato, ma è in grado di resistere anche a temperature rigide, soprattutto in presenza di pacciamatura. Si adatta facilmente a diverse tipologie di terreno, a patto che siano privi di ristagni e drenanti. non ama invece terreni con un pH troppo alto o troppo basso. È necessario irrigare in modo diverso, a seconda del livello di crescita della pianta. Quando è ancora giovane, è bene irrigare a pioggia, in particolare nel periodo estivo: ama infatti un terreno umido. Bisogna però fare attenzione ai ristagni che possono far marcire le radici.
Il crisantemo può essere messo a dimora in due periodi dell’anno, autunno o primavera. Se coltivata in piena terra, bisogna porre le piantine a 60 cm di distanza l’una dall’altra, scavando per ognuna una buca piuttosto larga. Se viene coltivata in vaso, è necessario utilizzarne uno alto almeno 30 cm e fare attenzione a mescolare il terriccio utilizzato con argilla espansa o ghiaia per favorirne il drenaggio.
La fioritura della pianta avviene a partire da ottobre e novembre, grazie alla minor quantità di ore di luce durante il giorno. Prima invece delle gelate invernali, è bene procedere alla potatura eliminando i rametti morti.
Il modo migliore per conservare i crisantemi è recidere i fiori tagliando gli steli in diagonale a circa 2 cm dal fondo. Subito dopo il taglio, gli steli devono essere immersi in acqua fino a metà e l’acqua va poi rinnovata ogni due giorni. I vasi devono essere poi posti in ambienti freschi e ombreggiati, lontani da termosifoni o sole diretto, mentre durante la notte possono essere messi sul terrazzo o in giardino, per godere del fresco umido notturno.
Il crisantemo: la cura della pianta
Il crisantemo è una pianta resistente, ma può essere attaccata da alcuni parassiti, come gli insetti fitofagi o dal mal bianco. Funghi e larve possono essere ospiti indesiderati causando strane righe curve sulle foglie e compromettendo la fioritura. Oltre a insetticidi specifici, si possono scegliere metodi di azione naturali, come una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio da spruzzare sulla pianta o una miscela di acqua e latte da utilizzare per pulire le foglie attaccate.