Carlo Felice Trossi, "eroe incompiuto" in mostra al Museo nazionale dell'Auto a Torino

Carlo Felice Trossi. Eroe incompiuto è il titolo della mostra in corso a Torino, al Museo Nazionale dell’Automobile, fino al 28 settembre. Si tratta di qualcosa di più di una semplice mostra: è un vero e proprio viaggio alla scoperta della vita di un personaggio affascinante, ardimentoso protagonista della prima metà del XX secolo, nobile, avventuroso, dai molteplici interessi. Per imparare a conoscerlo, l’esposizione ci restituisce fotografie e cimeli, imbarcazioni e aerei, elementi che sono specchio delle passioni di un personaggio che avrebbe meritato maggiore popolarità. Pezzi da esposizione Dalla Monaco Trossi del 1935 – avveniristico prototipo progettato da Augusto Monaco in collaborazione con Carlo Felice Trossi – alla Alfa Romeo GP tipo 158 “Alfetta” del 1938; dalla Alfa Romeo 8 C 2300 Monza del 1931 alla Maserati 6 CM del 1936 – monoposto da competizione rivoluzionaria; dalla Mercedes-Benz SSK del 1930 alla Alfa Romeo 6C 2500 SS del 1942 – sulla quale Trossi fece inizialmente installare due proiettori dal suo aereo personale al posto dei fari centrali originali; dalla Alfa Romeo tipo B P3 del 1932 alla Cattaneo Trossi del 1934 – un raro esempio di automobile in miniatura perfettamente funzionante. Infine, la Alfa Romeo 8C 2300 Zagato del 1932, con la quale Trossi arrivò 2° alla sua prima Mille Miglia nello stesso anno. Non solo auto Nella sezione dedicata alla nautica è esposta Mio Mao: costruita dal cantiere Baglietto tra il 1929 e il 1930 su commissione della famiglia Piaggio, è un runabout in mogano lungo 7,2 metri, con struttura a doppio fasciame incrociato. Un cinema itinerante capace di raggiungere città e villaggi è testimonianza dell’epoca nella quale Trossi ha vissuto: è il Fiat 521 Cinemobile Fiat del 1929. Il raro esemplare esposto, costruito su telaio Fiat 521 dalla Carrozzeria Fissore, fu inviato in Eritrea come cine notiziario bellico nelle colonie italiane. Ritrovato anni dopo, conserva ancora il proiettore originale, perfettamente funzionante grazie a un accurato restauro. Giordano Bruno Guerri – Curatore della mostra Questa è una mostra straordinariamente ricca, di documenti, di fotografie, di auto e – soprattutto - di inediti e ben realizzata, su un personaggio purtroppo quasi dimenticato. La mostra si chiama eroe incompiuto, nel senso che Trossi non vinse quanto avrebbe potuto vincere, perché l’obiettivo non era arrivare primo, era guidare con stile, provare l’ebbrezza della velocità e la bellezza della macchina. Lui era molte cose, altre che eroe incompiuto, era un uomo compiutissimo: conte, proprietario di un castello, industriale tessile, costruttore di barche, volava con i suoi aerei, inventava cose tecniche molto sofisticate, dandy, seduttore. Insomma, una vita straordinariamente piena, secondo l’estetica dei suoi tempi, che era quella di D’Annunzio e del Futurismo di Marinetti. Due personaggi apparentemente contrastanti ma che direi si fondono in Carlo Felice Trossi. Quindi, questo eroe, quest’uomo compiuto, viene – finalmente – riscoperto, con una vera operazione di giustizia storiografica, in questa mostra magnifica. Francesco Foppiano – Curatore della mostra Ho avuto l’onore di esser chiamato a fare da co-curatore della mostra dedicata a Carlo Felice Trossi, tra l’altro l’eroe incompiuto, e devo dire che è stata una magnifica avventura. È stato un grande lavoro di equipe, perché era talmente tanto il materiale, talmente tante le tessere del mosaico che ha composto la sua grandiosa vita, che, appunto, soltanto un lavoro di squadra poteva permettere di raccontarle in maniera degna di un personaggio del genere. In questa mostra abbiamo voluto raccontare un Carlo Felice Trossi inedito, intimo, una persona poliedrica e incredibilmente complessa e l’abbiamo voluto raccontare per la prima volta, perché non c’era mai stata una mostra su di lui. Trossi seppe immaginarsi un futuro, lui fu un incredibile binomio di genio e regolatezza e questa sua grande capacità lo fece eccellere in tutte le discipline in cui si cimentò. Le sue passioni non erano soltanto quelle legate alle auto; aveva la passione degli aerei, delle barche, della tecnologia e di tuto ciò che era legato al futuro. Il futuro era nei suoi sogni, passava la vita a sognare, a inventarsi un mondo migliore. Lui era un come un vero mecenate rinascimentale, sapeva trovare dei talenti, sapeva finanziarli, credeva in loro e lo scopo era il progresso, il progresso tecnologico, di cui lui era fermamente innamorato. Trossi per primo pose e ideò, per esempio, le basi di quella che è la nautica moderna. Maurizio Cilli – Direttore artistico della mostra L’impianto espositivo è posato sulla maglia originale del progetto del 1960 di Amedeo Albertini. Questa è una sala che confina con l’intervento di superfetazione e di ampliamento del 2015. Il mio lavoro è stato quello di ordinare la collezione del fondo fotografico e degli oggetti e dei veicoli di Carlo Felice Trossi, rispettando l’impianto di Amedeo Albertini. Nel percorso di visita le sezioni sono divise in campi prospettici, in fughe, assiali rispetto alla maglia di Albertini, nelle quali dimorano le creature saettanti di Trossi. Al contempo si può avere un percorso che incontra degli spazi più raccolti, come delle camere di meraviglie che contengono i piccoli oggetti di Trossi che abbiamo ritrovato, con i quali abbiamo ricostruito anche un certo gusto estetico per la forma. Ci sono degli oggetti molto curiosi, come uno shaker da viaggio con cui farsi un Martini fermandosi in un tornante della Gran Cornice; ci sono le sue scarpe chiodate, a cui teneva moltissimo perché erano scarpe fatte a mano; ci sono i suoi caschi, i suoi occhiali e i suoi piccoli trofei. Una delle cose dal punto di vista emotivo che consiglio nella mostra, è affrontare il percorso guardando gli album che la mamma di Trossi, Clementina Sella, ha durante la vita raccolto. Ritagli di giornale, fotografie, lettere ai fotografi per farsi mandare materiali sule competizioni. Clementina Sella è un po’ l’eroina di questo percorso di interpretazione che noi abbiamo fatto sul fondo di archivio di Trossi, perché grazie a lei abbiamo potuto ricostruire proprio il suo palmarès, tutte le competizioni. Clementina Sella, figlia di Vittorio Sella, il grande fotografo di montagna. Ci sono tantissime storie, io invito alla visita perché può essere che questo sia il punto di partenza per dare il giusto merito a questa figura, di questo uomo moderno, che ha questa passione per la velocità, non tanto per la vittoria, quanto per la velocità nel senso più marinettiano del termine, come modernità, come nuovo secolo. È una mostra che dal punto di vista emotivo mi ha coinvolto moltissimo. In questo progetto ci siamo chiesti come nascono le leggende, di fatto la storia di Trossi è già molto conosciuta fra gli esperti di motoristica, di nautica, dell’aviazione. Di fatto non è una storia così comune. Le leggende nascono perché a un certo punto, come accade nelle favole, da un angolo remoto della torre del castello di famiglia di Trossi, salta fuori un baule che contiene tutte le fotografie e tutti gli oggetti e tutta la storia, che noi abbiamo cercato di raccontare in questa mostra.

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Carlo Felice Trossi, "eroe incompiuto" in mostra al Museo nazionale dell'Auto a Torino