Pinakothek’a, a Palermo un viaggio nell'arte italiana che percorre un secolo

Collezionare è una passione. Collezionare opere d’Arte è una passione impegnativa, sia in termini di attenzione e studio da dedicare agli artisti, sia dal punto di vista emotivo ed economico: si diventa un po’ anche mecenati e ci si spende affinché i pittori, gli scultori, i videoartisti che più si amano, trovino lo spazio che meritano sulla scena artistica. La mostra “PINAKOTHEK’A. Da Cagnaccio a Guttuso da Christo e Jeanne-Claude ad Arienti”, in corso a Palermo, a Palazzo Sant’Elia, è il frutto delle opere appartenenti alla collezione Elenk’Art, che nasce agli inizi del secolo scorso e non smette mai di crescere, grazie all’impegno della famiglia Galvagno. Prima con papà Antonino, poi con il figlio Francesco, arriva a contare centinaia di opere, con l’Arte italiana senza dubbio in prima linea. “La collezione Elenk’Art è un viaggio nella Storia dell’Arte italiana e non soltanto italiana, che percorre un secolo”, spiega Sergio Troisi, curatore della mostra insieme con Alessandro Pinto. “Un viaggio lungo quindici, venti anni – dagli anni ’20 del ‘900 - ma in realtà ci sono anche altre opere che precedono questa data; accompagna tutto il secolo passato e poi giunge, naturalmente, anche al nostro tempo, alla contemporaneità. È un viaggio compiuto attraverso le opere, selezionate con grande accuratezza da parte del collezionista. C’è una capacità di scelta – non soltanto degli autori ma anche delle opere. Quindi, alcuni autori sono rappresentati con alcune delle opere del loro periodo, forse, più importante o comunque di maggiore tensione culturale e artistica. Anche questo fonda la qualità di una collezione come questa, con un valore per alcune opere e per alcune autori, veramente museali: ci sono autori che hanno avuto personali a Roma o a New York. La mostra è organizzata per sezioni, con la “Cavallerizza” al piano terra e al piano nobile, la parte dedicata al ‘900 e all’Astrazione. Fondamentalmente, ogni sala è concepita – abbiamo studiato molto la planimetria di Sant’Elia – come una situazione non chiusa ma facilmente identificabile da parte dei visitatori. Ovviamente, ogni sala dialoga con quella che la segue e con quella che la precede. Insomma, le opere si chiamano, per così dire, una con l’altra, attraversando tutto il secolo passato. Gli fa eco Alessandro Pinto: “La mostra si conclude nella sala 6 del Piano delle Capriate, che è il piano dedicato all’Arte del XXI secolo e abbiamo pensato di farla chiudere con una quadreria, riprendendo anche le quadrerie del ‘600, che avevano luogo in palazzi nobiliari. Ci è sembrato molto importante, attraverso un movimento circolare, riesporre una quadreria in un palazzo nobiliare come quello di Palazzo Sant’Elia. In questa quadreria, sintesi di tutti i percorsi, si annullano i contesti e le situazioni storiche, i movimenti e gli artisti sono posti gli uni accanto agli altri, in un dialogo serrato tra le opere stesse. Artisti degli anni ’20 dialogano con artisti degli ultimi anni, in modo da creare un’immagine corale che rappresenta da un lato la mostra e soprattutto la collezione Elenk’Art”. Entusiasta il Sovrintendente della Fondazione Sant’Elia, Antonio Ticali: “È la più importante collezione di Arte Contemporanea ospitata a Fondazione Sant’Elia nei dodici anni di vita di questa istituzione. Per la prima volta, i più grandi autori del ‘900 italiano, con incursioni su autori straordinari europei, sono riuniti nelle sale di Palazzo. Oltre duecento opere appartenenti a un’unica grande collezione di Francesco Galvagno, campeggeranno nei tre piani di Palazzo Sant’Elia. È un’occasione di lancio delle iniziative che la Sicilia sta per predisporre, rivolte all’Arte Contemporanea, in previsione del riconoscimento nazionale, del Ministero della Cultura, che ha battezzato l’isola con Gibellina come Capitale italiana dell’Arte Contemporanea”. Spiega Angela Fundarò, vicepresidente della Fondazione Sant’Elia: “Si tratta della collezione Elenk’Art, collezione privata di Francesco Galvagno, amante e mecenate dell’Arte. È una mostra che racchiude come un mosaico i pittori del ‘900 sino a oggi, precisamente dal 1900 in poi. Alcuni di questi dipinti sono stati esposti anche al MoMa il Museum of Modern Art di New York; come non rimanere stupiti dal poter osservare i dipinti di De Chirico, Picasso, Piero Guccione, Franco Sarnari; una stanza è riservata a Renato Guttuso. È una mostra che sicuramente raccoglierà l’entusiasmo nel pubblico, non soltanto in quello palermitano e che resterà aperta sino a marzo”. Francesco Galvagno è il collezionista, proprietario della collezione iniziata da suo padre. C’è amore per l’Arte e volontà di mecenatismo, nella sua continua ricerca di opere d’Arte che meritino un posto nella sua collezione e amore per gli autori: “Mio padre ha messo il primo mattone di questa collezione, ha cominciato con gli artisti dell’800, dei quali costituì un nucleo abbastanza cospicuo e io ne proseguo l’opera, con artisti del ‘900 e contemporanei. Il primo quadro che ho acquistato io è stato un quadro di Mimmo Germanà, un artista che – forse - non è molto conosciuto, un artista della Transavanguardia, che mi è servito per cominciare a studiare alcuni dei movimenti che hanno caratterizzato il ‘900. Ho continuato a collezionare, soprattutto, con artisti dei quali mi sento amico, con i quali ho instaurato un rapporto. Nasce da qui la frequentazione e lo studio di artisti contemporanei, con i quali si creano amicizie che continuano nel tempo”.

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