A Thinking Room, la stanza delle idee di David Lynch al Salone del Mobile di Milano

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Gabriele Acerbo

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Il regista di Twin Peaks e Velluto Blu ha ideato le Thinking Rooms per il Salone del Mobile: un’ oasi di felicità per trovare nuove idee e vivere in beatitudine. Le abbiamo provate per voi

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Sono le 8.30 del mattino quando entro in una delle due stanze pensate da David Lynch per il Salone del Mobile (LO SPECIALE). Le porte della Fiera si sono appena spalancate, riversando migliaia di persone tra i padiglioni che ospitano il più importante evento internazionale di arredamento e design. Ma di fronte alle Thinking Rooms di Lynch non si sono formate code di visitatori desiderosi di provare un’esperienza che il regista descrive come generatrice di nuove energie e idee. Almeno non ancora.

Interiors by David Lynch - Thinking Room: le stanze gemelle per pensare

Sono solo, davanti a due gigantesche installazioni gemelle, avvolte da un sipario rosso che ricorda vividamente le tende della misteriosa Red Room di Twin Peaks, la serie che rese Lynch una superstar mondiale. Un led sopra l’ingresso dice “Interiors by David Lynch – Thinking Room”. Scelgo in quale delle stanze gemelle entrare e, una volta superato l’ingresso, mi ritrovo in un’anticamera con le pareti nere, una serie di dipinti lynchiani e uno schermo con la video-intervista che Lynch ha rilasciato al curatore dell’installazione, il critico cinematografico ed ex-direttore della Festa del cinema di Roma Antonio Monda. Passo oltre: per ora non voglio sapere niente, intendo godermi l’esperienza senza nessuna guida.

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La creatività: nel nostro incoscio, ma fuori dalla realtà materiale

Dopo aver attraversato un piccolo corridoio buio - come i tanti corridoi minacciosi e oscuri che abbiamo conosciuto frequentando il cinema di Lynch - si arriva a una stanza blu scuro. Dal soffitto luminoso partono fili lucenti collegati alla sommità di una grande poltrona di legno dorato, che troneggia al centro della sala.  È il cuore della Thinking Room: si è liberi di sedersi per pochi minuti, non tanto per meditare (pratica che Lynch esegue due volte al giorno sin da giovane, grazie agli insegnamenti di Maharishi Mahesh Yogi, il maestro della Meditazione Trascendentale) ma per pensare, disegnare, creare, farsi ispirare da nuove idee. È per questa ragione che la poltrona è ancorata al soffitto: perché per il regista le idee si catturano scavando nel profondo del nostro inconscio, come quando si pesca nel mare, ma anche elevandosi rispetto alla realtà materiale.

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Il cinema di Lynch in una stanza

Per trasformare in qualcosa di concreto quello che gli passa per la mente, il visitatore trova tutto un set di matite, penne e pennelli, colori e carta. Nonostante il caos che ci circonda all’interno della Fiera, in effetti ci troviamo in un’oasi di silenzio e pace, anche se le immagini che vedo sulle pareti sono tutt’altro che rassicuranti, esattamente come è il cinema di Lynch: un paesaggio industriale con ciminiere che eruttano una coltre di fumo color pece e la foto gigantesca di una carcassa di mucca. Oppure oggetti ordinari, ma in una veste insolita: un orologio digitale che sembra galleggiare nel vuoto, uno specchio incassato dentro il muro e circondato da un’aureola di luce, fatto apposta per non specchiarsi.

Resto tutto il tempo che voglio, dieci minuti abbondanti. Nessuno viene a disturbarmi, le hostess che accompagneranno il visitatore all’interno della Thinking Room non hanno ancora preso servizio. Sono felicemente stordito: mi è sembrato di entrare per un attimo nel mondo e nel modo di pensare di un’artista unico.

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La felicità come arma per la creatività

Prima di essere rigettato nella baraonda del Salone, ascolto l’intervista di Monda a Lynch. Sono colpito quando il regista di Velluto Blu e Mulholland Drive afferma che, dopo l’esperienza nella stanza, il visitatore si sentirà meglio. “All’inizio non se ne renderà conto, ma piano piano avvertirà una piacevole sensazione: sarà più energico, le idee fluiranno e si sentirà più felice”.  La felicità per Lynch è un’arma fondamentale per la creatività, non si può creare se si sta soffrendo.

Faccio un bagno di folla nel Salone, ma un’ora dopo sento il bisogno di ritornare ai Padiglioni 5 e 7 per immergermi di nuovo in quel bagno di felicità, energia e quiete. Ma è troppo tardi: come me, un fiume di gente in coda è a caccia di idee e di beatitudine inseguendo il Maestro David Lynch.

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