Addio ad Alfredo Castelli, il fumettista che creò Martin Mystère

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Vittorio Eboli

Vittorio Eboli

E' stato per 50 anni uno dei pilastri del fumetto italiano. Non solo come scrittore (e creatore del famoso Detective dell'Impossibile), ma anche come saggista e divulgatore della storia della nona arte

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Vulcanico, onnivoro, logorroico (come si definiva). Era così Alfredo Castelli: il papà di Martin Mystère è scomparso all’età di 77 anni.

È stato per 50 anni uno dei pilastri portanti del fumetto italiano. Non solo come sceneggiatore e scrittore, ma anche come saggista, storico e divulgatore della storia della nona arte.

Nato il 26 giugno 1947 a Milano, già giovanissimo entra nel mondo dei comics, scrivendo e disegnando le avventure di Scheletrino, pubblicate in appendice a Diabolik, all’epoca testata all’apice del successo. È il 1965.

MILANO - MARTIN MYSTERE AL TEATRO PARENTI PER FESTEGGIARE I VENTI ANNI CON ALFREDO CASTELLI (MILANO - 2002-04-17, Gussoni) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate
MARTIN MYSTERE AL TEATRO PARENTI PER FESTEGGIARE I VENTI ANNI CON ALFREDO CASTELLI - ©IPA/Fotogramma

La nascita di Martin Mystère

L’anno dopo crea la prima fanzine fumettistica italiana, Comics Club 104. Attivissimo e innovatore, crea tantissimi personaggi e collabora con testate come "Tilt", "Horror", "Eureka", "Il Corriere dei Ragazzi" e "Il Giornalino". Tra i personaggi da lui creati, Gli Aristocratici, L'Ombra, L'Omino Bufo, Zio Boris e Allan Quatermain, che negli anni ’70, con le fattezze di James Coburn, diventa l’incubatore dai cui nascerà il suo capolavoro: Martin Mystère, nel 1982, sfrutta l’onda lunga del successo al cinema di Indiana Jones e rivoluziona i fumetti di casa Bonelli.

Per la prima volta a via Buonarroti arriva un uomo maturo (ultraquarantenne, contro i 30 / 35 anni di Tex, Zagor, Mister NO), cittadino contemporaneo (abita a New York ai nostri giorni, non nel far west dell’800 o nella giungla amazzonica degli anni ’50), colto (è docente al MIT di Boston, mentre Tex e co. hanno sempre frequentato poco i banchi di scuola…), proiettato al futuro e circondato di tecnologia (usa un moderno pc e guida una Ferrari).

 

Una vita tra Bonelli, storie, articoli, saggi

Martin  Myestère segna una svolta epocale non solo per la Bonelli, ma per l'intero panorama dei comics italiani: per la prima volta, il fumetto colto, "d'autore", si fonde alla perfezione con quello mainstream, popolare: nelle storie del Detective dell'Impossibile si mischiano generi diversi (fantascienza, horror, giallo, fanta-archeologia, fantasy) e il fumetto pop viene pervaso di avvenimenti storici, scoperte geografiche, lingue antiche e indecifrabili, scoperte scientifiche futuribili. Castelli crea un mondo immaginario che ha pochi paragoni nel panorama internazionale dei fumetti, unendo cultura 'alta' e pop.    

Negli ultimi 40 anni il BVZA (Buon Vecchio Zio Alfredo, come lo chiamavano affettuosamente i suoi aficionados) si dedica soprattutto alla sua creatura, che gli assomiglia sempre di più, sempre in giro per il mondo, sempre in ritardo con le consegne agli editori, sempre alla ricerca di nuovi spazi dove stipare libri in casa), ma firma anche storie per Dylan Dog, Nathan Never (i famosi team-up, gli incontri tra personaggi, altra novità assoluta della casa editrice), Diabolik, Ken Parker.

Numerosi i premi (ricordiamo solo i due Yellow Kid, a Lucca nel ‘70 e a Roma nel ’96), gli articoli (era giornalista professionista) e i saggi sulla storia del fumetto, con predilezione per gli albori degli anni ’10 e ’20 del secolo scorso.

Un lascito artistico e intellettuale enorme. Forse senza eredi.

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