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Asterix e l'Iris Bianco, buona la prima per Fabcaro

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Gabriele Lippi

Il 40esimo albo della popolare serie creata da René Goscinny e Albert Uderzo è un'avventura divertente piena di trovate brillanti. Un ottimo esordio per il nuovo sceneggiatore

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Se non puoi batterli con la forza, prova a convincerli con le parole. Dopo aver preso mazzate per 39 albi, i legionari romani di Giulio Cesare in Armorica decidono di cambiare strategia nell’ultima storia di Asterix, Asterix e l’Iris Bianco, pubblicata in Italia da Panini Comics a novembre, disponibile in due versioni cartonate (quella regolare da 48 pagine con formato 21.8X28.7 a 12,90 euro e la deluxe ricca di contenuti aggiuntivi da 128 pagine con formato 25.7X36.5 a 34,90 euro) e in arrivo anche nella versione più economica brossurata a 6,90 euro).

Nuovo sceneggiatore

Nuovo tandem di autori con Fabcaro (che subentra a Jean-Yves Ferri alla sceneggiatura raccogliendo a sua volta l’eredità di René Goscinny) e il confermatissimo Didier Conrad ai disegni, stesso risultato. Asterix e l’Iris Bianco è una storia divertente, dinamica, piena di umorismo, ben disegnata e, cosa importantissima in Francia, fedelissima alle atmosfere e ai personaggi creati da Goscinny e Uderzo.

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La trama

Il piccolo villaggio dell’Armorica abitato da Asterix e Obelix continua a resistere, indomito, al tentativo di conquista romano. Giulio Cesare, che le ha provate tutte, decide di affidarsi al filosofo Vitiumvirtus, maestro di vita e fondatore della scuola dell’Iris Bianco, un pensiero positivo e ottimista. Vitiumvirtus è così una sorta di mental coach ante litteram, con la sua filosofia, sempre più di moda a Lutezia, riesce a convincere i legionari romani a non temere lo scontro e i galli a non cercarlo. A resistere sono solo Asterix e Obelix, che ancora una volta dovranno sistemare le cose con un lungo viaggio fino a Lutezia.

Fabcaro promosso

Fabcaro supera a pieni voti il primo esame con Asterix. Il suo Iris Bianco è una storia divertente, ricca di riferimenti brillanti all’autorità, tra carri ad alta velocità, monocarri e gioie e dolori della nouvelle cuisine. Si ride nel rispetto della tradizione, con le tavole di Conrad che sono in tutto e per tutto una perfetta copia di quelle di Uderzo (e no, non è un’offesa: è il dovere di chiunque metta le mani su Asterix quello di rispettare l’iconicità dei suoi personaggi).

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Sebbene siano passati oltre 60 anni dal debutto della serie e i suoi creatori siano scomparsi rispettivamente nel 1977 e nel 2020, Asterix e Obelix continuano a divertire un pubblico che non smette di amarli. E Asterix e l’Iris Bianco è una delle storie migliori tra le più recenti della serie.

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