In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

La Settimana della moda di Milano raccontata da tre TikToker

Lifestyle

Ludovica Passeri

Abbiamo incontrato alla  Milan Fashion Week tre dei più famosi fashion creator italiani: Francesca Busi di @youaremylemonade, Luigi Giaretti @luigigiaretti e Samuele Bartoletti @samuelebartoletti5

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

25 miliardi di visualizzazioni per i #fitchecks, la pratica di riprendersi allo specchio per condividere l’outfit del giorno, e i 2,5 miliardi di views per i #fashiontrends, i video preferiti da chi è sempre a caccia di ispirazione. TikTok sta diventando un riferimento imprescindibile per gli appassionati di stile. E anche in Italia i numeri lo confermano. Se n'è accorta la Camera nazionale della moda che per il secondo anno consecutivo ha rinnovato la partnership con la piattaforma. Del resto, il fenomeno ha delle ricadute economiche non indifferenti: gli utenti interessati alla moda hanno 1,2 volte in più di probabilità rispetto agli altri di scoprire capi, accessori e nuovi brand attraverso TikTok e di acquistare i prodotti. Ma chi sono i protagonisti di questo universo di video-sharing, business e estro? Abbiamo parlato alla Milano Fashion Week con tre dei più importanti fashion creator italiani.



Francesca Busi: da social media manager a influencer

“Tessuto di quest’anno: il denim”, afferma sicura @youaremylemonade, nome d’arte di Francesca Busi, 29 anni, amata per i suoi commenti taglienti e per il sarcasmo travolgente. “Riesco a restare straordinariamente seria davanti alla telecamera del cellulare, anche quando scherzo”, dice sorridendo, almeno per una volta. Il piglio naturale alla Miranda Priestly ha giocato in suo favore, ma il segreto è stato “essere se stessa”, senza inventare un personaggio, sostiene. A lei abbiamo chiesto come si diventa fashion creator. Il primo passo è postare, pubblicando contenuti originali”. Un primo video fortunato fa da traino. Nel suo caso fu un “prima e dopo di Demi Moore”. Poi si passa alla fase due: “I brand ci fanno delle proposte cucite sulla nostra personalità e noi realizziamo degli #adv. Per fare una pubblicità che non annoi bisogna trovare la giusta chiave, la giusta call to action. Si gioca tutto nei primi secondi”, spiega utilizzando un linguaggio tecnico che ha ereditato dai suoi studi in Comunicazione. “Ero dalla parte opposta della barricata. Il mio exploit da influencer è arrivato solo all'inizio del 2023, dopo che ho mollato il lavoro di social media manager”. Mentre su IG lascia più spazio alla vita privata, su TikTok ha sviluppato con il tempo dei format specifici. Francesca si distingue per il già citato “prima e dopo delle celebrity”, un taglio in cui il fashion si mescola a un altro genere di successo, quello del “beauty”; per i tutorial; per gli unboxing divertenti; senza dimenticare la rubrica “Che catzo mi metto” e la rassegna dei grandi eventi mondani e culturali. Nel suo portfolio si possono trovare accurate analisi delle passerelle dei VMA’s, della scalinata di Sanremo fino al red carpet del festival del Cinema, a cui quest’anno ha partecipato come ospite.

 

Francesca Busi

Luigi Giaretti: trasformare una tradizione di famiglia in un lavoro 2.0

 

Con Francesca Busi a Venezia c’era anche Luigi Giaretti, 30 anni, un altro millennial che sfata il mito per cui TikTok sarebbe regno esclusivo della generazione Z. Quando gli chiediamo come abbia cominciato, Luigi Giaretti risponde senza esitare che si è fatto le ossa nel negozio di abbigliamento di famiglia. “Proposi ai miei genitori di tenere aperto la domenica, che era il giorno di chiusura. Me ne sarei occupato io, a patto che dividessimo l’incasso. Non lo facevo solo per mettere da parte qualche soldo, mi piaceva passare del tempo tra relle e scaffali, vestire le persone, consigliare outfit e farlo da solo mi dava una maggiore libertà d'azione. I miei genitori mi hanno assecondato e adesso sono piacevolmente sorpresi del mio successo su TikTok”, confessa. A 19 anni arriva a Milano per studiare Economia e marketing. Ed è proprio durante gli anni di università che colleziona tantissimi stage in vari showroom milanesi. “Poi ho iniziato a lavorare per diversi brand nel settore commerciale”, continua. Quello che, secondo Luigi, fa la differenza è proprio il ‘know-how’. La moda è un campo della conoscenza che bisogna padroneggiare: “Partire dai grandi fotografi come Mario Testino e Steven Meisel, studiare le campagne più iconiche, questo è l’Abc. La gente capisce se sai di quello che parli”.

Luigi Giaretti

Samuele Bartoletti: la bellezza di “essere se stessi”

 

Samuele Bartoletti, 22 anni, invece, non nasce fashion creator. “Ho iniziato pubblicando video per raccontarmi - all’epoca avevo appena finito il liceo e facevo il gelataio - e credo che molte persone si siano riviste nelle mie fragilità”. La sua è la storia di un ragazzo che fin da piccolissimo si sente diverso o meglio unico. Una diversità che non ha mai saputo esprimere attraverso delle etichette. Capisce molto presto che gli abiti "femminili", eleganti e raffinati, aderenti e piumati, siano la sua vera pelle. Nel bel mezzo di questo percorso di consapevolezza, arriva la moda: “Mi ha aiutato a scoprire me stesso e anche l’arte in generale è stata fondamentale”. Frida Kahlo, l’artista che seppe trasformare il suo dolore “in colori intensi e travolgenti”, è stata la sua musa ispiratrice: “Lessi la sua storia, iniziai a dipingere e a fare autoritratti in cui mi rappresentavo con vestiti e copricapi floreali. Ho capito che non bastava dipingermi in quelle vesti, volevo uscire di casa vestito così”. I suoi outfit e i suoi suoi make up da un giorno all’altro sono diventati virali su TikTok e fonte di ispirazione per tanti coetanei. La svolta è stata “mostrarmi interamente, non solo per come mi vesto e per come appaio”. Samuele ama indossare i vestiti che appartenevano a sua madre da ragazza: abiti anni Ottanta coloratissimi, con spalline audaci, e paillette. Ne ha indossato uno diverso per ogni giorno della Fashion Week. “Mia madre a differenza di mio padre ha avuto paura della mia trasformazione: temeva che il giudizio degli altri mi potesse distruggere. Oggi vado in giro con fierezza e orgoglio con i suoi completi fucsia e lei è contenta”.

Samuele Bartoletti