Gotham City: Anno Uno, Tom King racconta la caduta di una città
LifestylePrima dell'avvento di Batman, Gotham era la città più tranquilla e sicura degli Stati Uniti. Poi tutto è cambiato. Un fumetto noir senza supereroi né super villain racconta come
Sabato 16 settembre, tutto il mondo ha celebrato il Batman Day. E anche l’Italia non ha fatto eccezione. Panini Comics e Kappa hanno presentato insieme, in un evento in Corso di Porta Ticinese, la nuova linea d’abbigliamento ispirata alle gesta del personaggio dei fumetti DC e nel corso della settimana sono arrivati anche diversi albi a tema. Il più atteso era probabilmente Gotham City: Anno Uno di Tom King e Phil Hester.
Prima di Batman
Per parlare di Gotham City: Anno Uno cominciamo col dirvi cosa non è: per quanto possa sembrare strano, non è una storia di Batman, non è una storia di supereroi e non è una storia di super villain. Non è, a essere del tutto sinceri, nemmeno la storia delle origini di Gotham City. È però una storia con la quale King aggiunge ancora un altro tassello al mito del Crociato Incappucciato, raccontando come Gotham sia diventata quella che è oggi nell’immaginario collettivo, passando dall’essere la città più sicura degli Stati Uniti a trasformarsi in quella più pericolosa, brutta, sporca e cattiva.
leggi anche
Batman Day, il Cavaliere Oscuro in coppia con il rapper Hell Raton
Una città senza crimine
La storia è ambientata nel 1961, un anno in cui, come il Commissario Huff si premura di ricordare, in tutta Gotham si sono registrati appena sei omicidi, tutti risolti dalla polizia in un batter d’occhio. Le vicende con cui tutto cambia vengono narrate sapientemente attraverso un noir classico (splendidamente disegnato e colorato, come diremo più avanti) che King costruisce partendo da uno dei pochi personaggi DC che possano legittimamente vantarsi di essere più anziani di Batman.
Il protagonista principale
Slam Bradley, detective dai modi bruschi ma dallo spirito gentile già abilmente utilizzato da Ed Brubaker per la sua run di Catwoman, è infatti stato creato da Jerrie Siegel e Joe Schuster nel 1937, un anno prima dell’avvento di Superman, in un’epoca senza supereroi, esattamente come quella narrata da King in Gotham City: Anno Uno. Per questo Bradley è il protagonista perfetto per la storia, l’unico uomo che può raccontare a Bruce Wayne come Gotham sia diventata Gotham non solo grazie ma anche per colpa della sua stessa famiglia.
leggi anche
Batman: Cavaliere Bianco Beyond, l'Elseworld di Murphy si espande
La trama
All’inizio della storia Bradley riceve nel suo studio una misteriosa donna afroamericana, Sue, che gli consegna una lettera indirizzata a Richard Wayne, l’uomo più ricco di Gotham, erede di una grande fortuna. La figlia di Richard e Constance, Hellen, la principessa di Gotham, è stata rapita, e Bradley si trova suo malgrado a dover fare da intermediario. Ma sotto la superficie di quello che sembra un normale sequestro di persona a scopo di riscatto, si cela un intrigo che può cambiare per sempre gli equilibri sociali di Gotham.
Declino morale e tensioni sociali
Gotham City: Anno Uno racconta il declino morale di una città che sotto una superficiale e apparente tranquillità cova profonde tensioni sociali e razziali. Gotham è una mina sul punto di esplodere, una corda prossima a spezzarsi, basta una piccola scintilla, un minimo strattone. Basta perdere i propri punti di riferimento, la propria principessa e il proprio re. Partendo dal dramma di una famiglia, King costruisce un noir che racconta la rovina di una intera città, con atmosfere hard boiled, disseminando indizi tra tavole dense di inseguimenti, pedinamenti e scazzottate.
leggi anche
Tom King si è preso la DC: i suoi lavori recenti da recuperare
Disegni e colori
I disegni di Phil Hester, con le loro linee spigolose e i contorni netti e squadrati, seguono una regia che alterna con misura l’azione e le inquadrature sui dettagli, vignette quadrate e rettangolari a spettacolari splash page suggestive. Ancora una volta è nei contesti urbani e metropolitani che Hester dimostra di sentirsi più a proprio agio, con le sue tavole ulteriormente valorizzate dallo straordinario lavoro di Jordi Bellaire (non a caso una delle coloriste migliori d’America e tra le più impiegate in casa DC Comics): l’alternanza di bianco e nero, bicromie, colori tenui e pallidi costruisce un’atmosfera cupa che mette ancora più in risalto i rossi accesissimi degli incendi e del sangue, con alcune tavole e illustrazioni che paiono avere un richiamo milleriano, ripescando stilemi e idee da quel capolavoro dell’hard boiled capace di rivoluzionare questo genere fumettistico che è Sin City.
Un'attesa pienamente ripagata
Se Gotham City: Anno Uno era, come detto all’inizio, uno dei titoli più attesi dell’anno, bisogna dire che la fiducia è stata ben riposta. D’altra parte sul team creativo c’erano davvero pochissimi dubbi e la capacità narrativa di King, così come il suo amore per il noir, ha trovato nuovo sfogo in una storia libera dai vincoli della continuity lunghissima di Batman rielaborandola e arricchendola retroattivamente. Ciò che ha fatto King è stato viaggiare a ritroso nell’albero genealogico di Bruce Wayne aggiungendovi nuove, affascinanti e coraggiose ramificazioni, in un punto della genealogia dei Wayne distante appena due generazioni dal Cavaliere Oscuro. Rendendo la famiglia più famosa e facoltosa di Gotham City non più solo delizia ma ora, a tutti gli effetti, anche croce della città.