Belle Époque, la Parigi violenta di Matteo Filippi e Lorenzo Grassi
LifestyleUn colratissimo noir a fumetti sfata il mito della Montmartre romantica e bohémien, portando il lettore nell'oscuro mondo della malavita
Amore, passione, sesso, violenza e criminalità. C’è tutto questo dentro Belle Époque, fumetto noir di Matteo Filippi e Lorenzo Grassi pubblicato da Jundo (300 pagine, 14,99 euro). Una graphic novel ambientata nella Parigi di inizio Novecento che segue le vicende parallele di due amici, Pierre e Seam, che sognano il riscatto e l’ascesa personale.
Pierre e Seam
Pierre è un aspirante regista, pronto a tutto per realizzare il film dei suoi sogni. Seam un ragazzo che per via delle sue origini irlandesi (e non solo) subisce continue discriminazioni e vorrebbe semplicemente potersi tenere un lavoro. Entrambi trovano il loro magnate nel potente Lacroix, boss della mafia di Montmartre, in guerra coi Corsi per il controllo di Parigi. Pierre e Seam finiranno così intrappolati nella malavita, dentro una spirale di violenza di cui saranno sempre più partecipi, entrambi alle prese coi propri demoni personali e sempre più lontani da quel riscatto e da quel sogno di libertà con cui era iniziato il loro viaggio.
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Un mito sfatato
Filippi costruisce una trama avvincente e un intreccio sempre chiaro, raccontando le due storie in parallelo senza dimenticarsi di farle intrecciare quando necessario. Soprattutto prende un mito, quello della Belle Époque che dà il titolo al suo fumetto, e lo smonta, andando a scavare sotto l’apparenza di una città bella ed elegante per tirarne fuori il marciume, ribaltando la visione romantica della Montmartre bohémien trasformandola nel fulcro di giri malavitosi.
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Una storia di amore e violenza
Ma Belle Époque è anche una storia in cui l’amore si contrappone alla violenza, col primo sentimento che si sforza di tenere a galla Seam mentre Pierre sprofonda nel secondo imboccando la sua personalissima strada per la perdizione e ricordandoci come un qualcosa di gioioso come il sesso possa diventare ossessione, perversione e dolore. Lascia leggermente perplessi un finale forse troppo facilmente assolutorio nei confronti del protagonista.
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Disegni e colori
Notevole il comparto grafico. Particolarmente gradevoli i disegni di Lorenzo Grassi, che col suo stile cartoonistico riesce ad alleviare la drammaticità del racconto definendola con lineamenti sempre delicati e simpatici. Ma un ruolo ancora più speciale è svolto dalla colorazione: gli autori scelgono di lavorare in bicromie con colori dominanti che variano a seconda dei capitoli della storia, passando dal giallo al blu, dal magenta al verde e al viola. Un espediente che forse non ha un significato narrativo particolare ma che finisce per dar vita a un interessante e originale noir coloratissimo.