Hitomi, una storia di vendetta e crescita ambientata nel Giappone feudale

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Gabriele Lippi

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Il fumetto scritto da HS Tak e splendidamente disegnato da Isabella Mazzanti racconta l'incontro e il confronto generazionale tra un vecchio samurai e la sua giovane apprendista. Una storia capace di andare oltre la vendetta

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Il Giappone feudale ha da sempre esercitato il suo fascino sugli artisti occidentali. Ninja, samurai e ronin sono stati protagonisti di film, romanzi e fumetti pubblicati in Europa e Stati Uniti, spesso con risultati eccellenti dal punto di vista narrativo e grafico. Hitomi, miniserie scritta da HS Tak e disegnata da Isabella Mazzanti rientra perfettamente in un filone decisamente proficuo, inserendosi a pieno titolo tra le migliori operazioni del genere. Pubblicata negli Stati Uniti da Image Comics, Hitomi arriva in Italia in un volume unico di 144 pagine a colori pubblicato da Oblomov per il prezzo di 20 euro.

Hitomi, la trama

Hitomi è la storia di una ragazza a cui è stata sterminata la famiglia e che da quel giorno ha deciso di votare la sua vita alla caccia dell’assassino che le ha tolto tutto, un samurai inconfondibile per via di una pelle “color barbabietola”, decisamente poco comune tra i samurai. Hitomi cresce e intraprende il suo viaggio di ricerca imbattendosi in un anziano uomo di origini africane costretto a combattere match di sumo che non può vincere per ripagare un vecchio debito. Quell’uomo si chiama Yasuke, e un tempo è stato uno dei migliori soldati di Oda Nobunaga, potentissimo signore della guerra dell’era Sengoku.

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Oltre la vendetta

Hitomi si avvicina a Yasuke, al quale chiede di addestrarla, continuando a covare segretamente il suo piano per uccidere il vecchio samurai decaduto. Ma il viaggio continua a riservare sorprese alla giovane guerriera, mentre l’uomo ormai anziano sembra voler tornare finalmente a casa, e quella che doveva essere una storia per vendetta finisce per trasformarsi in qualcosa di diverso, non lesinando comunque violente scene di combattimento essenziali in una storia che richiama alla mente suggestioni del cinema di Kurosawa, il Kill Bill di Tarantino e la Lady Snowblood di Koike e Kamimura.

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Un solido contesto storico

HS Tak costruisce il suo primo graphic novel storico inquadrando una vicenda di fantasia dentro un solido quadro di fatti e personaggi realmente esistiti. Tra questi spicca proprio Yasuke, primo samurai nero, venuto dal Mozambico al seguito di un prete e presto venduto come schiavo, fino a imporsi per fisico e capacità di combattimento fuori dal comune come eccellente soldato. Il merito principale di Tak sta nell’uso delle parole: mai troppe, sempre misurate, spesso pesanti. La narrazione procede soprattutto per immagini mentre i dialoghi appaiono potenti grazie all’utilizzo di un linguaggio aulico che rende perfettamente il contesto e i sistemi valoriali dell’ambientazione socioculturale e storica.

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I disegni e i colori

Le tavole di Isabella Mazzanti rubano gli occhi per la loro bellezza. Il tratto morbido che richiama la scuola del fumetto franco-belga si lascia ibridare da sfondi e sequenze oniriche che rendono omaggio all’arte giapponese, schivando sempre i facili richiami allo stile manga contemporaneo. La costruzione delle tavole vede l’utilizzo frequente di vignette orizzontali sequenziali in grado di comunicare un’azione quasi cinematografica, sebbene non manchino tavole con layout più dinamici e irregolari. I colori tenui ed eleganti di Valentina Napolitano, che firma anche la splendida copertina, completano un comparto artistico semplicemente straordinario, autentico punto di forza dell’opera, ulteriormente valorizzato da un’edizione di elevata qualità cartotecnica e dalla dimensione delle tavole (17x24).

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