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Anedda: "Leopardi, Darwin e quel linguaggio che condanna l'arroganza umana"

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Filippo Maria Battaglia

Una delle voci poetiche italiane più apprezzate traccia un'indagine inattesa tra il padre dell'evoluzionismo e il poeta  grazie al ritrovamento di un libro nella biblioteca di Recanati. L'intervista

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Il libro di questa settimana si intitola "Le piante di Darwin e i topi di Leopardi" (Interlinea, pp. 298, euro 20) ed è un’indagine che inizia con una scoperta: quella di un libro di Darwin nella biblioteca di casa Leopardi. Ma attenzione: il Darwin 'ritrovato' non è Charles, bensì suo nonno Erasmus, sugli scaffali di Recanati presente con un libro, "Gli amori delle piante," che poi in realtà è la parte di una sua opera più ampia, "The Botanic Garden". 

"Erasmus era un medico e un poeta decisamente fuori dagli schemi - racconta Anedda durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Quel libro potrebbe sembrare un porno soft, perché parla appunto della sessualità utilizzando le piante, ma in realtà è un testo molto più complesso che denuncia tra l'altro la pratica della schiavitù da parte della Spagna e dell'Inghilterra". 

Una triangolazione inattesa

Nelle pagine di Leopardi - spiega sempre Anedda in questa intervista - non sono pochi i riferimenti per così dire proto-evoluzionisti.  Riferimenti che avrebbero potuto indurre l'esistenza di un legame tra il poeta e Charles Darwin, se non fosse per quelle date e quei riscontri biografici che proprio non combaciavano.

Il ritrovamento tra gli scaffali di casa Leopardi dell'altro Darwin, Erasmus appunto, salda così un'affinità altrimenti difficilmente spiegabile e si trasforma nell'abbrivio di un'indagine non scontata, dalla quale prendono le mosse le pagine più affascinanti del libro.  "L'opera e le idee di questi tre autori si parlano  al di là del tempo e dello spazio -  racconta Anedda - creando uno spazio e un linguaggio comune, libero e non antropocentrico, che denuncia l'arroganza e la sopraffazione del genere umano".

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