The North Face presenta il docu-film che racconta la missione di “Free to Run”, organizzazione no profit - fondata nel 2014 dall’ultrarunner Stephanie Case - che utilizza lo sport come strumento di emancipazione e istruzione, aiutando a trasformare le vite di migliaia di donne e ragazze in regioni afflitte dalla guerra. Il documentario, con protagoniste le due studentesse afghane, s’intreccia con un momento storico come la caduta di Kabul e il ritorno dei talebani al potere
“Free to Run” è un documentario che racconta la missione dell’organizzazione omonima, che utilizza lo sport come strumento di emancipazione e istruzione, aiutando a trasformare le vite di migliaia di donne e ragazze in regioni afflitte dalla guerra. In particolare, racconta di Zeinab e Zahra, due donne afghane che incarnano i principi alla base dell’organizzazione e lo spirito di tante altre donne in Afghanistan che credono nell’istruzione e nel progresso.
L’organizzazione
A fondare l’organizzazione no profit “Free to Run” è stata nel 2014 l’ultrarunner Stephanie Case. L’organizzazione mira a consentire alle donne e alle ragazze di dedicarsi in modo sicuro e con coraggio alle attività outdoor e utilizza lo sport come strumento di emancipazione e istruzione, aiutando a trasformare le vite di migliaia di donne e ragazze in regioni colpite dalla guerra. Stephanie Case è un’attivista e un’avvocata per i diritti umani, da sempre impegnata a tutelare i diritti delle donne. Mentre era impegnata nella preparazione del TOR450 (gara nella quale ha conquistato il terzo posto assoluto, battendo il record di percorso femminile di 30 ore), ha lavorato dietro le quinte con la “Free to Run” per organizzare una spedizione di sole donne, guidata da donne, in Afghanistan.
Il documentario
The North Face ha deciso di supportare la sua atleta, affiancandola nel progetto di questo documentario realizzato da Carrie e Tim Highman della casa di produzione DreamLens media. Il documentario racconta la storia di due donne afghane, Zeinab e Zahra, che rappresentano perfettamente i principi alla base dell’organizzazione “Free to Run” e lo spirito di tante altre donne in Afghanistan che credono nell’istruzione e nel progresso.
Zeinab e Zahra
Zeinab studiava all’American University di Kabul quando ha conosciuto due ragazze che si stavano allenando per un’ultra-maratona con “Free to Run” e si è unita al programma nel 2017. Per Zeinab, impegnata negli studi e in un lavoro che la aiutasse a sostenersi economicamente, le sessioni di “Free to Run” rappresentano una fonte di motivazione e un incoraggiamento a uscire dalla zona di comfort. Zeinab ha così potuto affrontare più maratone e ha trovato la forza per sfidare la società, cercando di cambiare la percezione di ciò che le donne possono fare nel suo Paese. Per Zahra invece, il sogno di contribuire a migliorare la vita delle donne in Afghanistan inizia con l’istruzione. Prima donna della sua famiglia a diplomarsi, Zahra si è laureata in Economia e commercio all’Università di Kabul e ha scoperto “Free to Run” in un momento in cui cercava nuovi stimoli e nuove fonti di ispirazione. Il running le ha offerto una nuova prospettiva, mettendola in contatto con gli altri e aiutandola a esplorare il mondo che la circonda. Per Zahra e Zeinab, “Free to Run” ha rappresentato un’opportunità non solo di sviluppare le proprie capacità, ma anche di sostenere altre donne afghane a fare lo stesso. Entrambe accettate con borse di studio Fulbright per le università degli Stati Uniti, sperano di continuare il loro percorso e non vedono l’ora di tornare a casa per creare un cambiamento positivo.
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I talebani di nuovo al potere
Poi, sotto gli occhi del mondo, i talebani hanno iniziato a riprendere il controllo del Paese, distretto per distretto, provincia per provincia. Il 15 agosto Kabul è caduta e Stephanie Case e i membri del consiglio di “Free to Run” si sono immediatamente concentrati sull’evacuazione della squadra dal Paese. Dopo quasi 10 anni di progressi, l’organizzazione e migliaia di donne e ragazze avevano davanti un futuro pericolosamente incerto. In questo momento di incertezza, paura e tristezza, Stephanie Case ha trovato la determinazione, raddoppiando il suo impegno ad affrontare TOR450 non solo per se stessa, ma per ispirare le donne di tutto il mondo. Nonostante gli eventi sconvolgenti, la coppia di registi Carrie e Tim Highman hanno continuato a filmare, catturando un momento storico davvero unico attraverso gli occhi di Stephanie Case, la sua forza e la sua incredibile fiducia nel potere delle donne che la circondano.
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“Dovremmo lottare collettivamente per cambiare l’attuale status quo in Afghanistan”
Per Zahra e Zeinab, la fiducia nel potere dell’istruzione, dello sport e del legame con il proprio Paese rimane, nonostante le sfide che sanno di dover affrontare. È una convinzione che Zahra sottolinea essere in grado di cambiare la vita in meglio: “Da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan, le ragazze che hanno superato il sesto anno di età non possono frequentare la scuola per più di otto mesi. È triste. Credo che l’istruzione sia la chiave del successo, che le donne afghane abbiano il diritto di ricevere un’istruzione e che dovremmo lottare collettivamente per cambiare l’attuale status quo in Afghanistan come cittadini del mondo”. Per Stephanie Case, il terzo posto al TOR450 è solo un’altra tappa del suo viaggio, mentre segue il suo scopo e lavora per trovare nuovi modi per far sì che “Free to Run” continui a cambiare vite. “Operare in situazioni impossibili fa parte del Dna di ‘Free to Run’ - e di qualsiasi ultrarunner. Continueremo a sostenere le donne leader nelle aree di conflitto, in ogni loro passo”.