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Daria Bignardi: "Anche i libri possono rovinarci la vita"

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Filippo Maria Battaglia

La giornalista e scrittrice torna in libreria con un diario pubblicato da Einaudi. E a Sky TG24 racconta: "Tutti i ragazzini a un certo punto scoprono il male. A me è capitato con un romanzo russo: ricordo benissimo di aver scoperto con quella lettura la malvagità e di averla trovata molto interessante"

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Il nuovo libro di Daria Bignardi si intitola "Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici". Parla evidentemente di libri, certo, ma parla soprattutto del loro potere, della loro seduzione e di quanto questo potere e questa seduzione siano concreti e quotidiani. Dunque, inevitabilmente, parla anche del male. "Tutti i ragazzini, a un certo punto, lo scoprono", racconta in questa intervista, prima di aggiungere che nel suo caso la porta d'accesso per quella conoscenza è stato un romanzo letto a tredici anni ("Il demone meschino" di Fëdor Sologub) in un'edizione tascabile Garzanti vecchia e squinternata.

"Quel libro mi sconvolse: c’era lo squallore, c'erano i veleni, c’era una persona orribile e abietta con la sua disonestà. Era davvero terribile, ma ne fui anche attratta, e mi sono chiesta a lungo quanto quel romanzo mi abbia fatto male, letto così presto; perché ricordo benissimo con quella lettura di aver scoperto la malvagità e di averla trovata molto interessante".

"Il demone meschino" di Fëdor Sologub è solo uno dei "libri che hanno rovinato la vita" a Daria Bignardi e che sono l'architrave di questo diario intimo e rapsodico,  pieno di letteratura e dunque pieno di vita, a cui è dedicata alla nuova puntata di "Incipit".

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