Joker, ritratto del villain più iconico nella storia dei fumetti

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Gabriele Lippi

Da oltre 80 anni è il nemico inseparabile di Batman, il cattivo più iconico dei fumetti, con cinque incursioni al cinema e due premi Oscar sul caminetto. E il tutto senza avere nemmeno una origin story ufficiale. Perché Mr. J ci affascina così tanto?

Facciamo un gioco: pensate a un cattivo dei fumetti, uno solo, il primo che viene in mente. Non importa se non li avete mai letti, qualcuno, per forza, lo conoscerete. Avete pensato Joker, vero? Sì, la maggior parte di voi sicuramente avrà pensato al più celebre tra i nemici di Batman, con lui fin dal primo albo uscito nel lontano 1940, il più iconico tra i cattivi, l’unico finora capace di essere antagonista in due film con due versioni indimenticabili, comprimario in altri due un po’ meno fortunati, addirittura assoluto protagonista in una origin story decisamente sui generis interamente dedicata a lui. E, aspetto non trascurabile, di vincere ben due Oscar. Se anche non avete mai letto una sola storia di Batman, conoscerete almeno uno di quei Joker, quello grottesco di Jack Nicholson o quello agghiacciante di Heath Ledger, quello un po’ pacchiano di Jared Leto o quello malinconico e depresso di Joaquin Phoenix.

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Un dettaglio dell'origine del Joker secondo la versione di The Killing Joke (Alan Moore e Brian Bolland) - Panini DC

Da 80 anni al fianco di Batman

Da oltre 80 anni a questa parte, Joker spaventa e affascina lettori, spettatori e autori che si misurano con il suo carisma (GUARDA LA GALLERY). Eppure di lui sappiamo così poco (o troppo?). Tutto ciò che lo riguarda sembra uno scherzo, persino il suo passato. Cadiamo vittima del suo stesso inganno e una volta lo crediamo un uomo della working class sottopagato e frustrato, cabarettista fallito, pronto a tutto pur di garantire un presente e un futuro migliori all’amata moglie; un’altra lo scopriamo essere sempre stato un pericoloso gangster; una volta ci convinciamo che sia diventato quello che è cadendo in una vasca piena di acido, un’altra dopo essere stato sfigurato da suo padre ubriaco. Joker non ha una origin story, non una sola almeno, ne racconta molteplici, tutte diverse: al suo nemico giurato Batman, alla sua psichiatra Harleen Quinzel, alle sue vittime. E questa origine ignota già basterebbe da sola a renderlo estremamente originale.

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Harley Quinn e Joker in Mad Love (Paul Dini e Bruce Timm) - DC Comics

Una risata vi seppellirà

Joker ci affascina in quanto ossimoro vivente, anello di congiunzione tra tragedia e commedia, incarnazione perfetta del motto “una risata vi seppellirà”. Per lui la morte è la cosa più ironica che ci sia, l’omicidio la battuta finale con cui stenderci. L’abbiamo visto uccidere e persino morire, in Il ritorno del Cavaliere oscuro di Frank Miller e forse pure in The Killing Joke (ma qui il mistero rimane e, in ogni caso, sceneggiatura alla mano, i crediti andrebbero più al disegnatore Brian Bolland che allo scrittore Alan Moore). Lo abbiamo visto persino essere amato, protagonista e responsabile di una relazione tossica e perversa con Harley Quinn, incontrata per la prima volta nella serie animata degli Anni 90, poi anche su carta in Amore folle (Paul Dini e Bruce Timm). Lo abbiamo visto entrare e uscire dal carcere e tenere in pugno tutta la malavita di Gotham, come in Joker di Brian Azzarello e Lee Bermejo.

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Il lungo e folle tango con il Pipistrello

Joker ha incarnato l’antisocietà, l’antivita, in una parola semplicemente il male. Per otto decenni ha danzato nel pallido plenilunio un folle tango con Batman, in una relazione di simbiotica inimicizia. Senza Joker, probabilmente, non esisterebbe Batman, senza Batman certamente non esisterebbe Joker. Ed entrambi sembrano esserne consapevoli. In un libro pieno di brevi storie inedite scritte e disegnate da alcuni tra i più grandi autori al mondo (Paul Dini, Brian Azzarello, Lee Bermejo, Jock, solo per vitarne alcuni) che la DC ha dedicato agli 80 anni del Joker (Joker: Speciale Ottantesimo Anniversario, Panini DC, 120 pagine, 18 euro), sono Gary Whitta e Greg Miller, coadiuvati dai disegni di Dan Mora, a rendere palese la natura di questa relazione con un racconto in cui a piangere la morte di Bruce Wayne, più di tutti, è lo stesso uomo che lo ha ucciso: il Joker.

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Joker esce dall'Arkham Asylum all'inizio di "Joker" (Brian Azzarello e Lee Bermejo) - Panini DC

Una vita tra dramma e commedia

Anche se non sappiamo chi e cosa è, se ha paura della morte o ci flirta, se vive la vita come un dramma o una commedia, come un dono o una condanna, da 80 anni il Joker è parte indelebile del nostro immaginario collettivo. Che sia sogno o incubo, in fondo, poco importa.

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