Harleen, la mini-serie a fumetti sulle origini di Harley Quinn

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Gabriele Lippi

Da psichiatra del Joker a sua amante e complice. Cosa ha portato Harleen Frances Quinzel sulla strada del crimine? Dopo il successo al cinema, l'opera di Stjepan Šejić reinterpreta la storia di uno dei personaggi più carismatici dell'universo DC. E Batman, stavolta, fa la comparsa 

Doveva essere soltanto una spalla, la complice del Joker, sua amante e aiutante, poco più di una nota di colore all’interno della serie animata di Batman. Ma il carisma di Harley Quinn era troppo forte per poter essere confinato al ruolo di comparsa, così il personaggio ha superato le aspettative dei suoi creatori, Paul Dini e Bruce Timm, prendendo vita propria, conquistando da subito il pubblico, infilandosi nei fumetti, pretendendo e ottenendo una sua origin story arrivata nel 1994, due anni dopo la sua prima apparizione, in Batman: Amore folle. La gente cominciava a chiedersi chi fosse davvero, chi fosse stata prima di incontrare il Joker, come lo avesse conosciuto, in che modo si fosse avviata sulla strada del crimine, e così Harley Quinn è diventata la dottoressa Harleen Frances Quinzel, psichiatra dell’Arkham Asylum che si innamora dell’uomo sbagliato e da lui si fa trascinare in una spirale senza fine di violenza e follia.

Harleen Cover
DC - Panini Comics

Un nuovo reboot dopo i successi al cinema

A distanza di 28 anni dalla sua nascita, Harley Quinn non ha perso il suo fascino, anzi, sta vivendo una seconda giovinezza, un autentico rinascimento spinto dal successo di due film, Suicide Squad e Birds of Prey, che si reggono quasi esclusivamente sul carisma del personaggio creato da Paul Dini e Bruce Timm e dell’attrice che lo interpreta al cinema, Margot Robbie. Ai fan di una volta si sono aggiunti i nuovi, con lo stesso bisogno di prima di conoscere le origini del personaggio. Insomma, dopo il restyling portato al cinema con le codine colorate e il cuore tatuato sotto l’occhio, i tempi per un “reboot” erano decisamente maturi.

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Birds of Prey, chi è Harley Quinn

Harleen tavola 7
DC - Panini Comics

Una giovane psichiatra di grande talento

È a questo bisogno che va incontro Harleen, la mini-serie in tre capitoli ora rilegati insieme e pubblicati in un’unica edizione da Panini Comics (208 pagine, 26 euro) scritta e illustrata dal fumettista croato Stjepan Šejić. Come si può capire già dal titolo, a essere raccontata è la storia di Harleen Quinzel più che quella di Harley Quinn. La protagonista è una giovane pischiatra di grande talento costretta a combattere con tutti i pregiudizi legati al suo aspetto. Harleen è bella, bellissima, e ha la grande colpa di innamorarsi di un suo professore dell’università, due elementi che le rendono particolarmente difficile costruirsi una credibilità nell’ambiente scientifico. Eppure ha idee potenzialmente rivoluzionarie, è convinta che la criminalità più efferata abbia origine nei meandri della psiche dell’essere umano, in un evento traumatico che in qualche modo abbia potuto sopprimerne l’empatia, e che risalendo a quell’evento sia possibile arrivare alla riabilitazione del reo.

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Birds of Prey: la rinascita di Harley Quinn

Harleen tavola 9
DC - Panini Comics

Piena di buone intenzioni

Harleen è piena di buone intenzioni, ma come le ricorda l’amica e collega Shondra, di quelle sono lastricate solo due strade: quella che porta all’inferno e quella per l’ufficio di collocamento. Harleen sembra avviata verso la seconda, che schiverà grazie all’intervento di Bruce Wayne, deciso a finanziare la sua ricerca, ma finirà inevitabilmente per imboccare la prima. Entrata ad Arkham, psicanalizzerà in una lunga serie di colloqui privati, i peggiori criminali di Gotham, in una affascinante sfilata dei villain storici di Batman. Proverà a infilarsi nella mente di Killer Croc, a risolvere i dilemmi dell’Enigmista, a sciogliere il ghiaccio di Mr. Freeze, e porrà le prime basi per l’insolita alleanza che la legherà a Poison Ivy, che nel loro primo incontro la rimprovererà di rinfacciarle l’assenza di empatia mentre prende appunti su pezzi di alberi trucidati. Con tutti loro la dottoresse Quinzel riesce a mantenere quel distacco indispensabile tra terapista e paziente, col Joker però è presa da un’ossessione che gradualmente si trasforma in passione, complice anche le straordinarie capacità manipolatorie del Signor Jay. Prova a sondarne il passato, cerca inutilmente una chiave per entrare dentro la sua anima, si convince persino di essere lei quella chiave, di poter compensare col suo amore quel vuoto empatico che sembra contenere, e forse – almeno per un po’ – riesce a convincere dello stesso anche lui.

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Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

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DC - Panini Comics

Psicanalizzati dal Joker

La scrittura di Šejić sconfina quasi in una psicanalisi collettiva affidata alle parole del Joker stesso, che racconta come Gotham e il mondo siano colmi di persone violente in attesa soltanto di un detonatore che possa liberare i loro istinti peggiori. I disegni rinunciano invece all’aspetto più dark e cartoonesco per abbracciare colori più vivaci, puntando dritto al potenziale estetico dei due protagonisti principali. La cover, estremamente accattivante, gioca con le trasparenze della sovracopertina per mostrare due volti diversi Harleen, quello della criminale che conosciamo e quello ferito, nascosto sotto la maschera. Batman resta in disparte, sullo sfondo, personaggio secondario per una volta, soccombe sotto il carisma dei suoi villain più riusciti: Harley Quinn e Joker, certo, ma anche Harvey Dent, che vediamo trasformarsi in Due Facce nello stesso momento in cui Harleen diventa Harley.

Un finale che promette nuove storie

Scavando nel passato e ignorando quasi del tutto il presente di Harley Quinn, la miniserie di Šejić ci presenta un finale aperto, lasciando campo libero a potenziali sviluppi futuri che si innestino all’interno della stessa continuity narrativa. Arrivando alle ultime tavole e sfogliando le pagine finali del volume che ripercorrono il processo creativo ed editoriale che ha portato alla realizzazione di Harleen, viene da chiedersi cosa ne sarà di lei, cosa ne è stato dopo la trasformazione, cosa ancora potrà accaderle in seguito.

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