Intelligenza e anima nella Biennale di Architettura 2025 a Venezia
Lifestyle Photo by Marco ZorzanelloAndrà avanti fino a novembre la 19esima edizione della Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Oltre 60 i Paesi che partecipano quest'anno, tra questi quattro sono al debutto: Azerbaijan, Oman, Qatar e Togo. L'abbiamo visitata per la rubrica FLASH
Intelligens. Natural. Artificial. Collective. Riunisce queste tre intelligenze la Biennale di Architettura 2025, a Venezia, con la curatela dell'architetto e ingegnere Carlo Ratti per quanto riguarda la mostra internazionale. Un progetto ambizioso, che ha raccolto numerosi consensi e favorito dibattiti, che si sviluppa all'Arsenale, poiché il Padiglione Centrale ai Giardini della Biennale è attualmente in restauro.

Così, il curatore, Carlo Ratti
Quando entri nell’Arsenale, direi, sembra quasi una reazione a catena. E’ una reazione a catena perché parte da diversi gruppi, gruppi che mettono insieme architetti, urbanisti, ma anche tantissime altre discipline: filosofi, sociologi, scienziati ma anche gente che si occupa di agricoltura, di cucina o di moda. Chiama un po’ a raccolta tutti, per far fronte i problemi dell’oggi, cioè, come adattarsi a un pianeta che cambia.
Direi che è una Biennale per tutti non soltanto dal punto di vista dei partecipanti ma anche dal punto di vista del modo in cui cerca di parlare a tutti; perché in fondo la domanda che pone questa Biennale è una domanda che ci riguarda tutti.
Il titolo della Biennale è Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva. Insomma, le tre intelligenze a raccolta per aiutarci. Questa, se vogliamo, è un po’ l’anima di quello che deve fare l’Architettura.

Biennale che - per sua stessa natura - deve guardare al futuro e aprire, quindi, la strada alle novità, come spiega il Presidene della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco.
Avverto il futuro, avverto la consapevolezza di quel che verrà, avverto – attraverso il racconto e la rappresentazione che fa questa mostra di Carlo Ratti – tutto il lavoro dell’Intelligenza. Ci si fa carico della memoria, la memoria dell’Umanità, che con Intelligenza ha seguito i percorsi dell’Architettura e adesso ci si indirizza in un percorso di realtà con Intelligenza, che è quel che è richiesto dalla terra per farsi mondo.

Il Padiglione Italia si intitola Terræ Aquæ. L'Italia e l'intelligenza del mare. La curatela è affidata a Guendalina Salimei. A lei chiediamo di spiegarci il senso profondo di questo lavoro.
In Italia abbiamo 8.300 km di coste, quindi, è un’area importante, che intercetta moltissime questioni. La riorganizzazione di alcune parti di città, che sono le città costiere, che hanno bisogno di ritornare a essere delle città di mare e non sul mare e anche aree ecologicamente importanti, come per esempio tutte le aree umide: le grandi lagune, che noi ne abbiamo molte, le saline, le dune. Le infrastrutture, quindi, ragionare su tutta queste serie di infrastrutture che alcune sono in uso, alcune in disuso. Pensiamo alle piattaforme sul mare, che sono quelle che sono state molto, diciamo così, immaginate, perché poi sono delle città sull’acqua.