Aleister & Adolf, il fumetto sulla lotta tra Crowley e Hitler

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Gabriele Lippi

Nel nuovo graphic novel pubblicato in Italia da MagicPress, Douglas Rusjkoff e Michael Avon Oeming raccontano uno scontro di esoterismi, senza fare mai ricorso alla magia ma attingendo a pieno dal pensiero magico

Una guerra si combatte con carri armati, aerei e bombe, ma anche a colpi di propaganda e magari facendo ricorso all’esoterismo. La storia di come la Seconda Guerra Mondiale si sia legata alla cultura del pensiero magico è stata al centro di diverse opere di fantasia, dalla saga di Indiana Jones al magnifico Hellboy di Mike Mignola. E lo stesso tema torna al centro di Aleister & Adolf, graphic novel di Douglas Rushkoff e Michael Avon Oeming pubblicato e distribuito in Italia da MagicPress (GUARDA UNA SELEZIONE DI TAVOLE).

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Uno scontro tra credenze mistiche

Aleister è Aleister Crowley, celeberrimo occultista inglese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, grande ciarlatano, appartenente all’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, ispiratore del satanismo, secondo alcuni satanista egli stesso. Adolf è Adolf Hitler, e qui, senza dilungarsi troppo in superflue presentazioni, basti ricordare le convinzioni mistiche ed esoteriche del dittatore nazista. Aleister & Adolf si scontrano, combattono una guerra che è fatta di cerimonie rituali, oggetti magici e simbolismi. Sembrano esserci tutti gli ingredienti per un fantasy, e invece a sorpresa si scopre che il libro che si sta sfogliando è tutt’altro.

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Niente magia, tanto pensiero magico

In Aleister & Adolf non c’è magia, c’è invece tanto pensiero magico. Lo stesso Crowley viene ritratto come uno scettico, più razionale di altri personaggi, certamente di un Hitler che non viene mai raffigurato, se non nella copertina, con una scelta che appare sia simbolica che politica. Se Hitler dà la caccia alla lancia con cui Longino trafisse Gesù sulla croce, Crowley crede che il potere di quella reliquia non derivi dai suoi attributi mistici ma dalla forza che il suo mito può conferire in chi ci crede. Il punto non è impedire a Hitler di mettere le mani su un oggetto magico ma sottrargli la sua personalissima coperta di Linus, l’amuleto che lo fa sentire invincibile.

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In missione per conto di Churchill

La missione a cui Crowley partecipa è guidata dal MI6, vede la partecipazione di Ian Fleming e l’avallo pieno di Winston Churchill. L’autore mischia elementi di fantasia ad altri di storia, riproponendo la guerra di simboli tra la svastica nazista e la campagna V for Victory degli alleati. Particolarmente riusciti appaiono sia i personaggi di fantasia (dal giovane soldato americano Roberts alla assistente di Crowley Daphne), sia i comprimari pescati dalla storia (dal generale Patton a Rudolf Hess).

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Un thriller più che un horror

Con quello che Grant Morrison, nella prefazione al libro, definisce "un impeccabile lavoro di ricerca storica", Rushkoff non cede alla tentazione dell’horror puro, scrive piuttosto un thriller con importanti risvolti su un presente in cui il marketing e la pubblicità si sono appropriati del potere che i simboli hanno sempre avuto sulla mente umana, trasformandoli in loghi commerciali, in una storia che riallaccia il filo tra passato e presente in un finale decisamente inquietante.

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