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Mariangela Pira: "Dal lavoro alla sanità, ecco le sfide che il Covid ci impone"

Economia

Arriva in libreria "Anno zero d.C.", un saggio edito da Chiarelettere in cui la giornalista di Sky TG24 indaga anche su come cambierà l'economia reale, il mondo degli investimenti e i rapporti internazionali. Anticipiamo un breve estratto

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La sanità resterà un tema fondamentale nel prossimo periodo. La demografia ha invertito la piramide. Trent’anni fa era larga in basso e stretta in alto, oggi è larga in alto e stretta in basso, è diventata un’anfora romana, per non dire un’urna.

E quindi? Pensiamo di gestire la salute di milioni di pensionati con le code dal medico di base? Non credo.

In Italia c’è il più alto tasso di dipendenza dei pensionati dai lavoratori e il più alto tasso di spesa sociale per le pensioni sul Pil, pari al 18 per cento, ovvero il doppio della media Ocse. Metteremo una persona di sessantadue anni in frigorifero e per, mediamente, altri vent’anni le pagheremo la pensione? No, il 2020 lo ha dimostrato palesemente: questa persona può continuare a lavorare da remoto con il digitale, in modo non usurante.

 

Penso all’advisory, alla docenza, all’assistenza, al supporto, all’organizzazione, tutti lavori che potrebbero essere fatti da un sessantaduenne seduto a casa sua, anche per quattro ore, non per forza otto; valorizzandolo, tenendolo dentro al ciclo della produzione del valore, perché la sua esperienza è importante. Il posto del lavoro non è più la fabbrica. In Italia il 17,5 per cento del Pil deriva dal manufacturing, l’80 per cento dai servizi, il 4 per cento dall’agricoltura.

 

Il virus ci spinge a ripensare lavoro, previdenza, sanità, scuola. Ma attenzione a un altro virus, quello del luddismo. I luddisti erano quelli che nel Settecento rompevano le macchine tessili perché temevano l’avanzamento tecnologico. Quando arriva la tecnologia, pensiamo ci rubi il lavoro e i dati e diventiamo schizofrenici: non abbiamo alcun problema a lasciare nome, cognome e numero di telefono al barbiere, in barba, è il caso di dirlo, a qualsiasi normativa, ma temiamo internet per molto meno e ci sono persone capaci di fare un’ora di coda sotto il sole pur di evitare di usare la carta di credito al casello autostradale.

 

Occorre più coraggio nella classe dirigente. Cito un esempio pratico, senza fare i nomi perché è un discorso che vale almeno per gli ultimi vent’anni: la presentazione dell’app Immuni. Se un/a ministro/a va sulla televisione nazionale a presentare una app, come prima cosa non deve dire: «Abbiamo preservato la vostra privacy».

Questo va bene, ma mi aspetto prima di tutto che spieghi a cosa serva. Spesso, per mancanza di leadership e per totale carenza di comprensione del problema, si è apologetici, si chiede quasi scusa di disturbare. Invece si dovrebbe dire con baldanza ai cittadini: «Abbiamo bisogno di voi, dateci una mano a controllare questa cosa. Finora gli eroi sono stati i medici, adesso ciascuno di voi è un piccolo eroe e dà un contributo a cacciare questo virus». Occorre mettere la leadership sul tavolo, non chiedere scusa per un contributo che si propone di dare in forma anonima a milioni di italiani che a Facebook o Tinder concedono qualsiasi informazione personale.  

© Chiarelettere editore srl

 

Tratto da Mariangela Pira, Anno zero d.C., Chiarelettere, pp. 224, euro 16

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L'autrice

Mariangela Pira, giornalista professionista, è conduttrice e reporter presso Sky Tg24 e ideatrice della rubrica economica quotidiana #3fattori, disponibile su LinkedIn e in podcast. Ha lavorato a Class Cnbc, nel ruolo di responsabile del China Desk e di curatrice delle finestre su borsa e mercati per il Tg5 e per il Tg di La7. È stata conduttrice, in collaborazione con il ministero degli Esteri, di Esteri News Dossier, notiziario della diplomazia italiana. Continua a occuparsi di cooperazione con Terre des Hommes Italia, organizzazione con la quale ha viaggiato in Africa e Iraq nell’ambito di progetti riguardanti la condizione femminile. Ha iniziato la sua carriera all’Ansa di New York e ha una lunga esperienza in Cina. Ha scritto tra gli altri per Mf Milano Finanza, Panorama, L’Espresso, il Venerdì di Repubblica. Nel 2019 ha vinto i premi giornalistici Navicella e Amerigo.