Legge Fornero, cosa prevede e come verrà superata

Economia
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Prende il nome dal ministro del Lavoro e delle Pari opportunità del governo Monti ed è stata inserita nel decreto Salva Italia del 2011. Il Documento programmatico di bilancio approvato dal governo M5S-Lega prevede la nuova "quota 100" a partire da febbraio 2019

Il superamento della Legge Fornero, che prende il nome dall’ex ministro Elsa Fornero e fa parte del decreto legge Salva Italia varato dal governo Monti nel 2011, è uno degli obiettivi che l'esecutivo targato M5s-Lega si è posto fin dal suo esordio. Inserito nella legge di bilancio 2019, si tratta di una riforma che prevede un sistema di calcolo contributivo nella costruzione della pensione, anche per quei lavoratori che - stando a quanto stabiliva la riforma Dini del 1995 - erano già certi di poter lasciare il lavoro con il vecchio sistema retributivo. Adesso, però, con la cosiddetta "Quota 100", questo calcolo subirà molte modifiche. 

Dal retributivo al contributivo con la Legge Fornero

Con la legge Fornero, la pensione era calcolata in base a quanto versato dal lavoratore e non agli ultimi stipendi percepiti. Il ministro aveva accelerato il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo, previsto già dai governi e dalle riforme precedenti che però avevano pianificato uno slittamento più graduale da un sistema all'altro. Uno dei punti maggiormente contestati della riforma Fornero è il conseguente innalzamento dell’età pensionistica di uomini e donne. La legge, infatti, ha modificato anche i requisiti per la cosiddetta "pensione di vecchiaia", ovvero quella calcolata in base all’età anagrafica: minimo 20 anni di contributi e 66 anni di età per donne con contratti nella pubblica amministrazione e per tutti gli uomini impegnati nel pubblico e nel privato; 62 anni per donne del settore privato, che diventano 66 anni e 3 mesi nel 2018; 63 anni e 6 mesi per donne lavoratrici autonome che diventano gradualmente 66 anni e 3 mesi nel 2018.

La Legge Fornero aboliva la pensione di anzianità

Altro punto fondamentale della Legge Fornero è l’abolizione della "pensione di anzianità", ovvero la pensione ottenuta in base al numero degli anni di lavoro. Questa è stata sostituita dalla cosiddetta "pensione anticipata". In pratica, per ottenerla sono necessari 41 anni e 3 mesi di lavoro per le donne, 42 anni e 3 mesi per gli uomini. Il ministro Fornero ha inoltre previsto un adeguamento periodico dei requisiti di pensionamento in funzione dell'allungamento della speranza di vita. Per cui, in base a questi adeguamenti, nel 2019 sarebbero cambiate ancora le soglie minime. In particolare, per la pensione di vecchiaia si sarebbe passati a 67 anni per tutti, con l’anzianità contributiva richiesta che rimane a 20 anni. La pensione anticipata per gli uomini sarebbe passata a 43 anni e 3 mesi di lavoro, mentre per le donne a 42 anni e 3 mesi.

Cos’è la "Quota 100" e come supera la Legge Fornero

Il nuovo sistema di calcolo dell’età per poter andare in pensione approvato dal governo è stato definito "Quota 100". Prevede la possibilità di lasciare il lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge "quota 100". Un sistema, questo, che permetterà l’addio al lavoro in anticipo rispetto alla Legge Fornero visti i requisiti richiesti dalla riforma del 2011. Secondo quanto previsto dal Documento programmatico di bilancio, la riforma dovrebbe iniziare dalla combinazione 62-38, ovvero il minimo di 62 anni di età e 38 di contributi. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo, come annunciato, partirà da febbraio 2019. Luigi Di Maio, nella conferenza stampa dopo l’approvazione del Dpb, ha detto che l'anno prossimo sarà confermata 'opzione donna' per il pensionamento anticipato.

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