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Opec, 60 anni fa nasceva l'organizzazione arbitro dei mercati del petrolio

Economia fotogallery
14 set 2020 - 08:00 24 foto
©Getty

Il 14 settembre 1960 cinque Paesi (Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Venezuela) davano vita all'organismo che ha da subito incluso le nazioni più importanti in materia di produzione del greggio. L'obiettivo è da sempre coordinare le politiche legate all'oro nero e tenerne sotto controllo il prezzo. Il suo baricentro politico ed economico è tradizionalmente nell'area del Golfo Persico, ma negli anni recenti sono stati diversi gli allargamenti in Sudamerica e Africa

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Il 14 settembre del 1960 nasceva l'Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio). Pensata per contrastare il potere sui mercati delle cosidette “sette sorelle”, le grandi multinazionali che detenevano gran parte del controllo sull’”oro nero”, è diventata nel tempo uno dei principali arbitri dei prezzi internazionali del greggio. Attualmente conta 14 membri tra Medio Oriente, Africa e Sudamerica

 

Cos’è l’Opec, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio
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L’obiettivo dell’Opec è garantire la stabilità dei prezzi del petrolio, evitando che bruschi movimenti sui mercati e a livello internazionale possano creare problemi economici nei Paesi produttori

Petrolio, storico accordo all’Opec+ sul taglio della produzione
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I presupposti per la fondazione vennero stabiliti con una conferenza a Baghdad dal 10 al 14 settembre del 1960, con la partecipazione di Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela

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Era stato proprio il Venezuela - uno dei Paesi più dotati di di petrolio - a promuovere la conferenza

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Ai cinque soci iniziali si sono aggiunti Qatar (1961, uscito nel 2019), Libia e Indonesia (1962, uscita nel 2016), Emirati Arabi Uniti (1967), Algeria (1969), Nigeria (1971), Ecuador (1973-1992, rientrato nel 2007), Gabon (1975-1994, rientrato nel 2016) e Angola (2007)

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Le ultime adesioni arrivano dall’Africa e sono quelle della Guinea Equatoriale (2017) e della Repubblica Democratica del Congo (2018)

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A detenere la maggiore influenza politica in seno all’Opec, comunque, sono stati sempre i Paesi dell’area del Golfo Persico, con l’Arabia Saudita a giocare spesso un ruolo chiave

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La prima sede dell’organizzazione fu a Ginevra

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La sede venne spostata a Vienna a partire dall'1 settembre 1965

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Con la nascita dell’Opec i cinque Paesi fondatori diedero inizio alla propria lotta di emancipazione dal controllo delle ''sette sorelle'', le sette grandi multinazionali - principalmente anglo-americane - del greggio nate per lo più a fine Ottocento ad opera di alcuni famosi petrolieri

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A coniare il termine “sette sorelle” fu l’industriale italiano Enrico Mattei, commissario liquidatore dell’Agip e poi presidente dell’Eni

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La nascita delle “sette sorelle” può essere fatta risalire alla firma degli accordi di Achnacarry siglati il 17 settembre 1928 fra i rappresentanti delle compagnie petrolifere: Royal Dutch Shell, Standard Oil of New Jersey e la Anglo-Persian Oil Company (diventata poi British Petroleum). A queste tre compagnie si aggiunsero poi le altre quattro: Mobil, Chevron, Gulf e Texaco

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L’accordo tra la sette compagnie andava a creare di fatto un cartello che stabiliva zone di estrazione e prezzi di vendita del greggio affinché non ci fosse concorrenza fra le compagnie stesse. Le sette compagnie definivano così in maniera unilaterale le quote di estrazione ed il prezzo da pagare ai Paesi produttori

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In aggiunta a queste sfavorevoli condizioni per i Paesi produttori, il 30 aprile 1959 il presidente statunitense Dwight Eisenhower varò il MOIQP - Mandatory Oil Import Quota Program ("Programma obbligatorio per le importazioni di petrolio"), un programma economico di tipo protezionistico che limitava le importazioni di petrolio al 9% del fabbisogno totale degli Usa

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Dagli anni ‘60, attraverso le grandi crisi energetiche degli anni '70 e fino ai giorni nostri, l’Opec ha assunto un ruolo decisivo nella struttura dei prezzi internazionali

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Nel 1973 l'embargo arabo del petrolio e poi lo scoppio della Rivoluzione iraniana nel 1979 provocarono balzi verso l'alto dei prezzi – evento passato alla storia come shock petrolifero. Nel primo caso, poco dopo la guerra del Kippur, l’Opec decise di vietare l’esportazione del greggio nei Paesi occidentali che avevano sostenuto Israele. Una decisione che durò per 5 mesi e provocò, tra le altre cose, un incremento del prezzo di oltre il 70%

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L’aumento dei prezzi proseguì all'inizio degli anni '80 ma poi ci fu un drammatico calo fino a un collasso nel 1986

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Tra gli eventi decisivi nella storia dell’Opec ci sono gli accordi del 1983 e 1984, in cui vennero introdotte forme di autodisciplina e furono stabilite quote massime di produzione per ciascun Paese

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A inizio anni ‘90 l'Opec evitò una quarta crisi dei prezzi del petrolio nel contesto della prima Guerra del Golfo, dopo lo scoppio del conflitto conseguente all'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq e la risposta internazionale guidata dagli Stati Uniti. Con moderati aumenti della produzione per far fronte alle richieste più urgenti, l'Opec riuscì a esorcizzare le paure internazionali di restare senza greggio

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Tra la seconda metà degli anni ’90 e gli inizi del nuovo millennio, l’Opec è stata costretta a rivedere più volte gli accordi sulla produzione per garantire un mercato petrolifero più stabile

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La crisi economica nel Sud-Est asiatico nel 1998, e in generale gli sforzi per aprire nuove fonti energetiche, hanno fatto tornare di attualità la possibilità di un forte calo della domanda futura di greggio su scala internazionale, che è stato però sempre scongiurato

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Circa il 79% delle riserve accertate di petrolio al mondo si trovano in territori dell’Opec

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Negli ultimi anni con l’aumento della produzione da parte di Paesi non aderenti al cartello come gli Stati Uniti e la Russia, e di altri Paesi come Cina, Brasile, Messico e Azerbaijan, l’Opec ha visto il suo potere di influenza decrescere

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In occasione della pandemia di coronavirus nel 2020, che ha causato un forte calo della domanda e quindi un crollo dei prezzi, si è giunti a uno storico accordo di taglio della produzione tra Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti 

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