Manovra 2025, dagli aiuti per le famiglie agli sgravi per i lavoratori: cosa può cambiare
EconomiaIntroduzione
L’aumento del debito pubblico e le regole più stringenti del Patto di stabilità europeo, che imporrà la presentazione di un piano pluriennale di spesa entro il 20 settembre, segneranno la prossima Finanziaria. Palazzo Chigi deve decidere la sorte di alcune delle misure chiave dell’ultima Legge di Bilancio, come il taglio del cuneo fiscale, l’accorpamento delle aliquote Irpef e il bonus alle mamme lavoratrici.
La ministra del Lavoro Elvira Calderone sembra decisa a chiedere la proroga di alcune importanti misure di welfare, come l’aiuto alle madri lavoratrici e il taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro. La ministra ha inoltre sottolineato l'importanza di “sostenere la contrattazione collettiva e ancora di più quella di secondo livello, investire in welfare aziendale, in premialità, in fringe benefit”.
Ma l'esecutivo si prepara anche a intervenire sulle spese fiscali, cioè detrazioni, deduzioni, agevolazioni, esenzioni e sconti fiscali concessi negli anni dallo Stato ai cittadini e alle imprese. Costano 105 miliardi l’anno
Quello che devi sapere
Il rinnovo
- Il governo italiano si prepara alla sfida della prossima Legge di Bilancio con le solite difficoltà finanziarie interne, come l'aumento del debito pubblico, ed esterne, come le nuove regole del Patto di stabilità europeo, che prevedono la presentazione di un piano di spesa pluriennale da presentare entro il 20 settembre. Una delle questioni principali riguarda la necessità di confermare alcune misure chiave introdotte lo scorso anno e che sono destinate alla scadenza il prossimo 31 dicembre 2024. Queste misure riguardano principalmente il sostegno ai lavoratori e alle famiglie: la loro proroga o un eventuale miglioramento significherebbe un ingente stanziamento di risorse
Per approfondire: Manovra, traballa il bonus alle mamme lavoratrici con due figli. Calderone prende tempo
Le misure
- In bilico ci sono alcune misure importantissime, come il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef. Su tali aiuti il governo deve ancora decidere cosa fare in vista di dicembre
Le pensioni
- Oltre a queste misure, il governo dovrà affrontare il delicato tema delle pensioni, con proposte contrastanti all'interno della maggioranza. La situazione è resa più complessa dalla necessità di allinearsi alle nuove regole del Patto di stabilità europeo, che richiedono un piano pluriennale di spesa da presentare a Bruxelles entro il 20 settembre
Il taglio del cuneo fiscale
- Come detto, il governo dovrà riflettere su cosa fare con il taglio del cuneo fiscale, che consiste in un beneficio per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, il cui rinnovo per il 2025 richiederà circa 9,4 miliardi di euro
Il taglio e l’accorpamento delle aliquote IRPEF
- Misura altrettanto importante riguarda il taglio IRPEF, che prevede una riduzione delle tasse per il ceto medio con l'accorpamento degli scaglioni, con la possibilità di un ulteriore abbassamento delle aliquote. La proroga costerebbe circa 4 miliardi di euro. Non manca però l'ambizione di andare oltre, come confermato dal viceministro all'Economia Maurizio Leo, e provare a ridurre l'Irpef su dipendenti e pensionati
Premi fiscali
- Da non dimenticare le misure presenti come incentivi per i lavoratori:
- Premi di risultato: l'agevolazione fiscale sui premi di produttività con imposta al 5% coinvolge oltre 15 mila imprese e oltre 4 milioni di lavoratori. La conferma della misura richiederà 222,7 milioni di euro
- Super deduzione per l’occupazione: Superbonus fiscale del 120-130% per favorire l'occupazione stabile. L’eventuale rinnovo costerebbe al governo 1,3 miliardi di euro per il 2025
Sgravi
- Ci sono poi alcune misure presenti come sgravi a favore dei lavoratori:
- Fringe benefit: L'aumento della soglia di esenzione fiscale per i fringe benefits a mille e anche a 2 mila euro per i dipendenti senza o con figli ha un costo stimato di 348,7 milioni di euro per la proroga
- Sgravi per le lavoratrici madri: l'esonero contributivo per le lavoratrici madri di due o più figli ha avuto un costo di 500 milioni di euro per il 2024. Nel 2025 dovrebbe ridursi grazie alla riduzione della platea solo alle madri con tre figli o più ma ci sono voci che il MEF intenda eliminarlo
- Decontribuzione Sud: Sgravio contributivo per tutti i dipendenti delle aziende del Sud Italia, la cui proroga fino al 2025 richiederà un aumento del bilancio di 2,9 miliardi di euro
Card e Canone Rai
- Non mancano poi altre misure di sostegno:
- La presenza di una social card "Dedicata a te": Misura di sostegno al reddito per famiglie con ISEE basso pari a 500 euro, richiederà un rifinanziamento per il 2025 di 600 milioni di euro
- Riduzione del Canone Rai: La riduzione del canone da 90 a 70 euro per tutti gli abbonati per il 2024 è stata finanziata con 430 milioni di euro. Resta da valutare un'eventuale proroga per il prossimo anno
Le scelte della ministra
- In merito al welfare per le famiglie, la titolare del dicastero del Lavoro Elvira Calderone ha ribadito che chiederà di riconfermare tutte le misure attualmente in vigore, in particolare:
- Il bonus per le madri lavoratrici;
- Il taglio del cuneo fiscale del 6/7% per i redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro
- La ministra ha inoltre sottolineato l'importanza di “sostenere la contrattazione collettiva e ancora di più quella di secondo livello, investire in welfare aziendale, in premialità, in fringe benefit”
Record di occupati
- Tra i vantaggi c’è sicuramente quello dell’alto numero di occupati, che gioca a favore. "Siamo in una condizione positiva del mercato del lavoro per cui il tasso degli occupati è il più alto di sempre. Ancor più importante, gli indicatori ci dicono che si investe sul lavoro stabile e a tempo indeterminato, che è quello che fa crescere la professionalità e le competenze", ha dichiarato Calderone
- L’intenzione del governo è di aumentare ancora il tasso di occupazione, facendolo passare dal 62% al 68% e puntando sull'inclusione di donne e giovani nel mercato del lavoro, con la riduzione del numero di NEET
Ipotesi di intervento sulle spese fiscali
- In vista della manovra di Bilancio, però, il governo Meloni si prepara anche intervenire sulle spese fiscali, cioè detrazioni, deduzioni, agevolazioni, esenzioni e sconti fiscali concessi negli anni dallo Stato ai cittadini e alle imprese. Costano 105 miliardi l’anno e sono 625, come riporta Il Corriere della Sera. Le tax expenditures “in larga parte rappresentano una forma di ricompensa a gruppi di interesse, un beneficio per alcuni produttori e consumatori a fini politici”, dice il rapporto della Commissione guidata da Mauro Marè, incaricata dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, di analizzare il quadro delle spese fiscali e proporre correzioni. Ma nessun Paese ne fa un così largo uso come l’Italia
Le spese nel mirino dell'esecutivo
- Le spese fiscali che comportano una perdita di gettito di meno di 10 milioni di euro, le prime che la Commissione ha messo sotto osservazione e il governo vuole razionalizzare, sono 145, cui si aggiungono altre 144 misure dall’effetto non quantificabile e 75 misure senza effetti di bilancio. Si va, per esempio, dagli sgravi per le locazioni dei fondi rustici, alla flat tax di 100 euro per i raccoglitori di erbe officinali, all’esclusione dell’accisa per le miscele gassose biologiche autoprodotte
Le voci "intoccabili"
- “Ci sono bonus, tipo quello ‘famoso’ sul monopattino, che appaiono come spese clientelari e che adesso non hanno più ragione di esistere”, ha poi affermato il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato parlando al Meeting di Rimini. Bisogna però ricordare che la maggior parte del “drenaggio” di risorse arriva da alcune voci che il governo non intende toccare: i mutui per la casa, le spese sanitarie, il lavoro. Le detrazioni per le spese sanitarie effettivamente godute costituiscono, da sole, due terzi del totale, valgono 3,8 miliardi e sono utilizzate da 18,7 milioni di contribuenti. Seguono le detrazioni per interessi sui mutui per l’acquisto dell’abitazione principale: 730 milioni su 3,7 milioni di beneficiari
La questione dei redditi
- C’è poi la questione dei redditi: le detrazioni che si applicano sull’Irpef rimangono concentrate, come spiega Il Sole 24 Ore, sui contribuenti con reddito più elevato. E cioè: il 50% dei contribuenti meno abbienti gode di circa il 15% delle detrazioni totali, mentre al 10% più ricco afferisce il 26%
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