Pillole di Recovery, i fondi europei 2021 tra prestiti e regali

Economia

Sky TG24 lancia il suo nuovo format di approfondimento legato al Recovery Fund. Cosa sono le centinaia di miliardi di fondi europei, e chi li pagherà: guarda nel video la seconda puntata di "Pillole di Recovery".

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750 miliardi di euro è uno di quei numeri enormi difficili da visualizzare. Per dare un significato più preciso che vada oltre il generico “un sacco di soldi”, pensiamo che la quota che spetterà all’Italia, in proporzione, è maggiore di quella arrivata con il Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale.

Prestiti o regali?

Il grosso della cifra che la Commissione Europea mette a disposizione dei paesi membri è il Recovery Fund vero e proprio (IL MONITORAGGIO DI SKY TG24). Ma ci sono anche altri progetti più piccoli e più specifici. La prima cosa da chiedersi è se questi soldi vengano regalati o dati in prestito. La risposta è un po’ l’uno e un po’ l’altro.

 

360 miliardi sono soldi prestati: i governi che li prendono dovranno poi restituirli, negli anni, alla Commissione Europea. E qui può nascere un dubbio: l’Italia ogni mese si fa prestare decine di miliardi dai mercati, cioè da investitori grandi e piccoli, da banche e famiglie. Cosa ci guadagniamo a chiederli all’Europa invece che a loro? In realtà dei vantaggi ci sono. Innanzitutto li dovremo restituire con più calma. Poi non è detto che sui mercati sia sempre così facile farsi prestare denaro in più oltre a quello che già normalmente dobbiamo chiedere. Ma soprattutto, questo prestito costa meno, perché gli interessi che ci chiede l’Europa sono inferiori a quelli che ci fanno i mercati. Un po’ come un mutuo che prevede rate più basse di un altro. A conti fatti potremmo risparmiare un bel po’ di miliardi negli anni a venire. Questo vantaggio non è uguale per tutti i paesi. Anzi, per molti non c’è per niente.

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L’altra parte degli aiuti europei, 390 miliardi, a prima vista è invece un pasto gratis. Vengono definiti un po’ impropriamente sussidi a fondo perduto. Come dire che un paese li prende, li usa, e non deve restituire nulla. Non è sorprendente che al momento quasi tutti i governi stiano mostrando interesse solo per questa parte. La Spagna e l’Italia, se guardiamo il solo Recovery Fund, sono i paesi che hanno diritto alle cifre più alte. La Grecia avrà poco meno della assai più popolosa Germania. È la prova più chiara del fatto che questo meccanismo è pensato per sostenere le economie messe più a rischio dalla pandemia.

 

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Chi paga?

Ma come sappiamo i pasti gratis non esistono. Perché questi soldi da qualche parte arrivano, e la Commissione Europea che li dà ai vari governi in qualche modo dovrà ritrovarseli Ci sono vari sistemi per farlo: uno è quello di introdurre delle tasse europee. Ad esempio una tassa digitale a carico dei giganti del web. Oppure un’imposta sulla plastica a carico di chi la usa. Imprese, cittadini e governi dei paesi che prendono questi sussidi in parte li ripagheranno. Ma come e quando è ancora oggetto di discussione. E il bilancio finale dovrebbe comunque essere positivo per paesi come Italia o Spagna.

 

Magari il pasto non sarà tutto gratis. Ma qualche portata sì. Anche se le regole per sedersi a quel tavolo restano piuttosto ferree.

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