Assegno di inclusione, ipotesi importo dimezzato nel mese dopo il rinnovo: cosa cambia
EconomiaIntroduzione
Assegno di inclusione verso una stretta. Come previsto da un emendamento del governo alla Legge di bilancio 2026, dal prossimo anno il contributo vedrà un importo dimezzato nel primo mese dopo l'eventuale rinnovo. La proposta di modifica riscrive l’articolo della Manovra che aveva eliminato la sospensione temporanea dei pagamenti dopo i primi 18 mesi di erogazione. Ecco a chi spetta e le novità
Quello che devi sapere
Cos’è l’Assegno di inclusione
Operativo dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione (Adi) prevede un sostegno economico mensile destinato a nuclei che versano in condizione di fragilità economica e sociale. Scopo primario della misura, istituita con la legge 85 del 3 luglio 2023, è il contrasto alla povertà attraverso percorsi di formazione e di accompagnamento al lavoro.
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A cosa serve l'Assegno
L’Adi si compone di un’integrazione al reddito familiare fino a 6.500 euro annui ed è subordinata alla sottoscrizione di un percorso personalizzato di attivazione all’impiego. Una parte del sostegno viene riconosciuta come supporto all’affitto per i nuclei in possesso di un contratto di locazione registrato.
A chi spetta
A poter richiedere il beneficio sono i nuclei con almeno un componente minorenne, over 60 anni, disabile oppure inserito in programmi socio-sanitari. L’assegno non va confuso con il Supporto Formazione Lavoro (Sfl) destinato, con altre modalità, a soggetti in condizione di difficoltà economica ma occupabili. L’importo ricosciuto come integrazione al reddito può essere diviso, su richiesta del beneficiario, tra ciascuno dei componenti maggiorenni.
Requisiti personali
Al momento della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del supporto, il richiedente deve essere cittadino europeo (o un suo familiare), o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, o ancora titolare dello status di protezione internazionale. Non solo: deve essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Non deve, in aggiunta, essere sottoposto a misura cautelare personale e avere sentenze definitive di condanna nei 10 anni precedenti la richiesta.
Verifica condizioni di svantaggio
Di recente sono cambiate le procedure per la verifica delle certificazioni. Con una comunicazione sul portale telematico, l’Inps ha fatto sapere di aver esteso anche agli uffici di esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia il servizio di “Validazione delle certificazioni ADI”. Tale passaggio consente di verificare le condizioni di svantaggio dichiarate nelle domande per il sostegno anche per i soggetti seguiti dal sistema penitenziario.
Come funziona
Una volta accertata l’istruttoria Inps con esito positivo, l’erogazione dell’assegno scatta a partire dal mese successivo alla firma del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (Pad). I soldi vengono caricati mensilmente sulla carta di pagamento elettronica per un periodo limite di 18 mesi. Al termine del primo ciclo, il beneficiario può richiedere un rinnovo per altri 12 mesi.
Gli importi
L’importo del contributo, previa iscrizione alla piattaforma Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl) e sottoscrizione del Patto, varia a seconda dei requisiti da circa 480 a oltre 700 euro mensili.
Il buco nei pagamenti
Lo scorso giugno, i nuclei familiari che per primi hanno esaurito il ciclo dei 18 mesi previsti dall'Assegno di inclusione rischiavano una sospensione di un mese dei pagamenti in attesa del rinnovo. In quell’occasione, il ministero del Lavoro era intervenuto con una norma tampone per garantire continuità nel periodo ponte tra un ciclo e l’altro.
La stretta
Ora, come detto, sull'assegno di inclusione si va verso una stretta: il primo mese di rinnovo della misura di sostegno dovrebbe avere, infatti, un importo dimezzato. Lo prevede un emendamento riformulato alla Manovra. La proposta di modifica riscrive l'articolo della Legge di bilancio che aveva cancellato la sospensione di un mese tra i primi 18 mesi di contributo e la proroga, possibile per un anno. L'ulteriore anno di contributo, dunque, previa richiesta potrà essere consecutivo ma il primo assegno sarà dimezzato.
I risparmi previsti
Durante l’esame in Commissione Bilancio al Senato, la maggioranza ha messo nero su bianco il divieto di interruzione dell’assegno nel caso in cui venga accertato il requisito per il rinnovo. Secondo la relazione tecnica ammontano a circa 100 milioni di euro i risparmi previsti dall’emendamento riformulato che, come detto, dimezza l’importo nel primo mese dopo l’avvio del secondo ciclo.
M5S: “Dimezzamento vergognoso”
La norma ha innescato le critiche delle opposizioni, a partire dal Movimento Cinque Stelle che parla di un “ennesimo attacco ai poveri”. “Prima, in maniera strumentale, Meloni&Co hanno indossato la maschera dei magnanimi eliminando il mese di sospensione dell'Adi previsto in caso di rinnovo; ora, in sordina, abbattono con la scure un altro pezzo di ciò che resta dello Stato sociale”, è stato il commento dei senatori pentastellati Castellone, Guidolin e Mazzella.
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