Automotive, entro il 16 dicembre in arrivo pacchetto misure Ue. Ecco il piano

Economia
Ansa e Ipa

Introduzione

Rinviato, ma non più a data da destinarsi. La Commissione europea corre contro il tempo per chiudere entro martedì 16 dicembre il pacchetto di sostegno all'automotive, limandone gli ultimi spigoli. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle diverse misure allo studio.

Quello che devi sapere

La modifica allo stop ai veicoli a benzina e diesel dal 2035

A dominare la scena resta la revisione dello stop ai nuovi veicoli benzina e diesel dal 2035, uno dei capitoli più sensibili dell'intero Green deal. Una modifica che, nella visione del ministro Adolfo Urso, a Bruxelles dovrà essere "radicale ed efficace", in piena sintonia con la linea tracciata dalla premier Giorgia Meloni e dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, entrambi da mesi in trincea per difendere le rispettive case automobilistiche e l'industria continentale, preservando il ruolo di biofuel, e-fuel e, non ultimo, la sopravvivenza dell'ibrido. 

 

Per approfondire: Automotive, Guidesi: “Con atteggiamento Ue rischio deindustrializzazione concreto”

La lettera all’Europa

Non è un caso che a Bruxelles sia arrivata pochi giorni fa una lettera da parte di Giorgia Meloni e di altri cinque primi ministri europei (il polacco Donald Tusk, l'ungherese Viktor Orban, lo slovacco Robert Fico, il ceco Petr Fiala, il bulgaro Rossen Jeliazkov) nella quale si chiede un cambio di rotta definitivo sulla transizione, a cominciare dal settore automotive, per cui è necessario "rispettare pienamente il principio di neutralità tecnologica”. Le sei capitali insistono in particolare per confermare, anche dopo la tagliola del 2035, un ruolo per i "veicoli elettrici ibridi plug-in e della tecnologia delle celle a combustibile" e di riconoscere i "veicoli elettrici con range extender e il ruolo dei carburanti a zero, a basse emissioni di carbonio e rinnovabili nella decarbonizzazione dei trasporti". Nella lettera, datata 4 dicembre, anche la richiesta a "classificare i biocarburanti" - cari all'Italia - "come 'carburanti a emissioni zero', e dunque a darne pieno riconoscimento nel percorso di transizione.  

 

Per approfondire: Auto, l'Ue verso la revisione dello stop ai motori termici dal 2035. Cosa sappiamo

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Le tempistiche

I nuovi criteri, negli auspici del titolare del Mimit, dovrebbero inoltre estendersi "anche ai veicoli pesanti e commerciali". Un punto ribadito anche ieri in un’intervista a Milano Finanza, nella quale il ministro Urso ha sottolineato che per quanto riguarda l’automotive, "chiediamo una revisione radicale: neutralità tecnologica, riconoscimento pieno dell'ibrido, utilizzo dei biocarburanti e superamento della soglia del 2035, pur mantenendo fermo l'obiettivo finale". Bruxelles puntava a svelare il pacchetto il 10 dicembre, ma il commissario ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas, in un'intervista a Handelsblatt, la scorsa settimana ha gelato le attese annunciando uno slittamento "di alcune settimane" e lasciando persino intravedere un rinvio a gennaio.

Il lavoro in sede europea

A Palazzo Berlaymont - dove sul dossier lavorano Ursula von der Leyen in prima persona e più commissari - si procede ora a fari accesi sui nodi più delicati in vista della presentazione a Strasburgo: le nuove regole per rendere più verdi le flotte aziendali e la revisione del divieto, di fatto, dei motori a combustione nella metà del prossimo decennio. "Non servono palliativi, ma riforme chiare, immediate e pragmatiche, tanto per i veicoli leggeri quanto per quelli pesanti", ha scandito Urso dopo un confronto con la ministra dell'Economia tedesca Katharina Reiche e il ministro dell'Industria francese Sébastien Martin, suggellando un asse operativo con Berlino e Parigi. "Anche sull'auto dobbiamo seguire la rotta tracciata dall'Alleanza per le industrie energivore, cui hanno aderito 25 Paesi, per tutelare la competitività delle nostre filiere e garantire una transizione che non indebolisca il tessuto produttivo europeo", ha aggiunto.

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Cosa ci sarà nel pacchetto

Il dossier automotive, pur non figurando ufficialmente al centro del Consiglio Competitività, resta per i ministri responsabili per l'Industria dei 27 il fascicolo più caldo. Nel pacchetto troverà spazio anche l'atteso omnibus per il settore, pensato per fare ordine nella giungla normativa che grava su un comparto capace di trascinare intere filiere strategiche: dalla siderurgia alla chimica, dalla plastica alla microelettronica, fino ai chip e all'intelligenza artificiale. 

Il ruolo della Cina

Un intero ecosistema che gioca la partita più insidiosa sul terreno della concorrenza asiatica. Il monito di Emmanuel Macron - tornato dalla Cina evocando possibili dazi Ue se Pechino non ridurrà il suo maxi-surplus commerciale - ha trovato subito sponde tra i 25 Paesi dell'Alleanza per l'industria energivora, guidata dall'Italia. Urso non ha usato giri di parole: "Non c'è più tempo da perdere per fermare l'invasione anomala e sleale della sovrapproduzione asiatica nel nostro continente".

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Come si intende colpire la concorrenza asiatica

Da qui l'affondo: introdurre dazi immediati anche per i pacchi in arrivo dalla Cina sotto i 150 euro - misura che Bruxelles immagina per il 2026 ma che, nel quadro doganale riformato, partirebbe solo nel 2028 - e accelerare sull'insieme di strumenti davvero operativi: la revisione del Cbam - il meccanismo Ue che impone una tassa sul carbonio alle importazioni di beni ad alta intensità energetica -, in arrivo anch'essa il 16 dicembre, per bloccare ogni forma di aggiramento lungo la catena del valore e, se necessario, nuove restrizioni all'export di rottami ferrosi.

 

Per approfondire: Classe Euro, cos'è e come conoscere la classe ambientale del veicolo

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