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Auto, l'Ue verso la revisione dello stop ai motori termici dal 2035. Cosa sappiamo

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©Ansa

L'Ue potrebbe riesaminare il divieto ai motori termici dal 2035. L'annuncio arriva proprio in vista della presentazione di Bruxelles del pacchetto legislativo dedicato al settore automotive, previsto per il 10 dicembre. Nelò settore dei veicoli, l’obiettivo è azzerare le emissioni inquinanti entro il 2035, incentivando il passaggio dai vecchi motori tradizionali a quelli elettrici

L'Europa potrebbe rivedere il divieto ai motori termici dal 2035. A confermarlo è stato il commissario al Clima, Wopke Hoekstra, il quale ha annunciato che la Commissione Ue sta "conducendo una valutazione d'impatto per preparare la proposta legislativa" sulla revisione del regolamento sulle emissioni CO2 delle nuove auto che dal 2035 imporrà lo stop ai motori a combustione interna. "Intendiamo presentarla entro la metà di dicembre", ha ribadito Hoekstra. L'annuncio arriva in vista della presentazione di Bruxelles del pacchetto legislativo dedicato al settore automotive, previsto per il 10 dicembre. Un pacchetto che comprende la revisione degli standard CO2 delle auto, una strategia per il potenziamento delle batterie, la semplificazione Omnibus per il settore e la proposta per l'elettrificazione del parco veicoli aziendale.

Gli obiettivi Ue

L'obiettivo dell'Ue è quello di raggiungere un taglio delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, fino alla “neutralità climatica” (l’impatto zero in termini di inquinamento da gas serra) entro il 2050. Nello specifico, nel settore dei veicoli l’obiettivo è azzerare le emissioni inquinanti entro il 2035, incentivando il passaggio dai vecchi motori tradizionali a quelli elettrici.

Giorda: “Manteniamo le ibride anche dopo il 2035”

Sulla questione si è espresso anche Gianmarco Giorda, direttore generale dell'Anfia, l'associazione dei produttori italiani dell'automotive. "Seguire un approccio tecnologicamente neutrale significa lasciare spazio, prima di tutto nel processo di decarbonizzazione della mobilità di qui al 2035, al contributo che anche altre tecnologie, diverse dall'elettrico puro, possono dare alla riduzione delle emissioni di CO2. Tra queste tecnologie ci sono anche le vetture ibride plug-in (Phev) e i veicoli ad autonomia estesa (Reev), essenziali per l'ambiente e per l'industria europea in questo momento di transizione", ha detto Giorda. Parlando degli effetti per l'industria, il direttore dell'Anfia ha sottolineato che “queste tecnologie, oltre a essere oggi più richieste dal mercato rispetto ai veicoli elettrici, se mantenute anche dopo il 2035 consentirebbero di far sopravvivere la tecnologia dei motori a combustione interna, rinnovandola e al contempo salvaguardando i livelli occupazionali della filiera industriale". 

Giorda: “L'Ue rischia di perdere la competitività come player globale dell'automotive”

Giorda ha poi affrontato anche la questione legata al timore, espresso da alcuni costruttori, che le rigidità europee possano spingerli a produrre fuori dalla Ue. "C'è questo rischio perché l'Europa rischia di perdere la propria competitività come player globale dell'automotive”, ha precisato. Poi ha aggiunto: “La formula attuale del Green Deal, che per l'auto segue un approccio mono-tecnologico centrato sull'elettrico, sta danneggiando per esempio i componentisti europei i cui prodotti coprono all'incirca il 60% del contenuto tecnologico dei veicoli a combustione interna prodotti nella Ue, ma solo il 40% circa dei veicoli elettrici".   

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