Assegno unico dicembre 2025, previsto pagamento anticipato questo mese: date e importi
EconomiaIntroduzione
L’Assegno unico e universale è un sostegno economico rivolto alle famiglie con figli a carico, e viene corrisposto per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Il pagamento del sostegno è mensile, e anche a dicembre del 2025 la prestazione sarà erogata dall’Inps. Ecco cosa c’è da sapere
Quello che devi sapere
Per chi già percepisce l'assegno unico
Per chi percepisce già l’Assegno Unico e non ha registrato alcun cambiamento nella composizione familiare o nell’indicatore ISEE, l’Inps ha stabilito che il pagamento in arrivo a dicembre sarà versato in un intervallo di date compreso tra il 17 e il 19 del mese. L’erogazione, programmata per il 2025, arriva con qualche giorno di anticipo rispetto alla consueta tempistica del 20-21, così da assicurare l’arrivo delle somme prima del periodo natalizio.
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Per le nuove domande
Dovrà invece aspettare un po' di più chi ha presentato una nuova domanda o ha subito variazioni dell’ISEE o delle condizioni del nucleo familiare. In questo caso, infatti, come sempre, bisognerà attendere fine mese.
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Come controllare i pagamenti Inps
Per conoscere le date certe e verificare l’avvenuto accredito delle prestazioni basta controllare il proprio fascicolo previdenziale sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ed eventualmente contattare l’Inps o il proprio patronato di fiducia, in caso di dubbi o ritardi. Per l’accesso viene richiesto il possesso delle identità digitali Spid, Cie o Cns.
Cosa sapere sull’Assegno unico
L’Assegno unico e universale è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico. L’importo che spetta cambia in base a diversi parametri: il primo è la condizione economica del nucleo familiare, calcolata sulla base di Isee valido al momento della domanda; il secondo è l’età e il numero dei figli a carico; il terzo sono le eventuali situazioni di disabilità dei figli. Il sostegno è definito “unico”, perché finalizzato alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e “universale” perché garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di Isee.
A chi spetta l’Assegno unico e universale
Il sostegno spetta a tutte le famiglie per ogni figlio minorenne a carico e per i nuovi nati parte dal settimo mese di gravidanza. Inoltre, se ne ha diritto per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, a patto che frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, o ancora che svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui. È possibile continuare a riceverlo anche se il figlio è registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego, oppure se svolge il servizio civile universale. Inoltre, l’assegno unico e universale spetta per ogni figlio con disabilità a carico, senza alcun limite di età.
Quali sono le condizioni da rispettare
L’Assegno unico e universale per i figli a carico non è limitato ad alcune categorie di lavoratori, ma può essere richiesto da tutti: dipendenti pubblici e privati, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. Per avere accesso al sostegno è necessario che il richiedente sia cittadino italiano o di uno Stato dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Inoltre, bisogna essere soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, residenti e domiciliati nel Paese.
Qual è l’importo dell’Assegno unico
C’è poi da tenere in considerazione l’importo dell’Assegno unico: questo viene determinato in base all’Isee, se questo è stato presentato dal nucleo familiare del figlio beneficiario. Inoltre, la cifra cambia tenendo conto dell’età dei figli a carico e di altri elementi. Il beneficio è infatti composto da una quota variabile progressiva, che va da un massimo di 201 euro per ciascun figlio minore con Isee fino a 17.227,33 euro a un minimo di 57,5 euro per ciascun figlio minore in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 45.939,56 euro. Tuttavia, l’importo dovuto per ciascun figlio, si legge sul sito dell'Inps, può essere maggiorato nei seguenti casi:
- nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo);
- madri di età inferiore a 21 anni;
- nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
- figli affetti da disabilità;
- figli di età inferiore a un anno;
- figli di età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con tre o più figli e ISEE fino a 45.939,56 euro.
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