Riforma edilizia, da silenzio-assenso a sanatoria veloce per abusi “storici”: cosa prevede
EconomiaSecondo le indiscrezioni, dovrebbe diventare più facile sanare gli immobili realizzati prima del 1° settembre 1967. Inoltre ci sarà "rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell'amministrazione competente"
Arriva la riforma dell'edilizia. Sul tavolo del consiglio dei ministri approderà domani il disegno di legge delega per la revisione del Tue, il Testo unico del settore. Gli obiettivi vanno dalla semplificazione delle procedure alla digitalizzazione, dal superamento della frammentazione regionale al riordino dei titoli edilizi, passando per una sanatoria facilitata per gli abusi definiti storici, quelli cioè precedenti alla cosiddetta 'legge ponte' sull'urbanistica del 1967. Il governo avrà 12 mesi per adottare i decreti legislativi per una riforma che il Mit vuole ampia e organica, in grado di superare le disparità nate a livello locale da legislazioni regionali differenti tra loro, di dare certezza alle norme e di prevenire anche l'eventuale contenzioso costituzionale. Un intervento "non più differibile", come viene definito, per ottenere "un quadro normativo certo, semplice, moderno e capace di sostenere lo sviluppo economico, la sicurezza dei cittadini e la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale".
Che cosa prevede il testo
La delega stabilisce quindi alcuni principi base, come ad esempio la tutela dei beni culturali e paesaggistici o il rispetto delle norme igienico-sanitarie delle abitazioni. Dà poi delle linee guida da seguire nei decreti successivi, in continuità con il decreto Salva Casa del 2024. Una di queste è il rafforzamento del meccanismo del silenzio-assenso. Per ridurre i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi e contrastare "l'immobilismo burocratico", si porrà "rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell'amministrazione competente", si spiega nella relazione illustrativa al provvedimento. Allo stesso tempo, per assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti, si dovranno definire meccanismi procedurali che assicurino il rispetto di "termini perentori, eventualmente prevedendo poteri sostitutivi o soluzioni per superare i blocchi derivanti da ritardi o disaccordi tra amministrazioni coinvolte".
La regolarizzazione degli abusi “storici”
Tra gli obiettivi c'è poi quello di razionalizzare i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio o alla formazione dei titoli in sanatoria, senza modificarne i requisiti sostanziali, ma intervenendo sui processi per renderli più efficienti. Come già emerso nella prima bozza del ddl circolata il 24 settembre scorso, si punta anche ad introdurre procedure semplificate per la regolarizzazione degli abusi realizzati prima dell'entrata in vigore della legge del '67. Parallelamente, si procederà alla razionalizzazione dei regimi sanzionatori propedeutici al rilascio dei relativi titoli in sanatoria. Le sanzioni saranno commisurate all'entità della trasformazione edilizia o urbanistica, alla gravità della difformità, ovvero al valore delle opere realizzate.
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Salvini: “Dopo 25 anni serve semplificazione”
Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, aveva annunciato l’arrivo in Consiglio dei ministri il Testo unico dell'edilizia e delle costruzioni. "Il Testo unico va a riordinare una materia che dopo 25 anni evidentemente aveva bisogno di una cornice unitaria e quindi di una semplificazione". Il vicepremier in quell’occasione aveva spiegato che il "salva casa non è un pacchetto chiuso. Una norma partita dalla realtà quotidiana di milioni di immobili fuori mercato, non vendibili, non ristrutturabili e non abitabili per piccole difformità interne che non ne mettevano ovviamente in discussione la qualità strutturale. È stato un piccolo mattoncino di un puzzle che ha fatto ripartire il settore delle compravendite e degli affitti. Sicuramente questa semplificazione e certezza della norma è stata uno dei fattori che hanno rilanciato il settore".
Salvini: “Il settore merita certezze”
Il vicepremier aveva aggiunto che “la legge delega sul Testo unico dell'edilizia e delle costruzioni vuole andare a mettere ordine sullo stato legittimo dell'immobile, vuole fare chiarezza su quali sono gli interventi e gli strumenti. Un settore che merita certezze. Il mio obiettivo è arrivare a fine mandato con il salva casa perfettamente funzionante e applicato da Comuni e Regioni e per questo sto collaborando con gli Enti locali perché non ci siano distonie nella sua applicazione e mancanze di diritti dei cittadini". Salvini aveva quindi spiegato che il piano casa parte con "una dotazione di 660 milioni pubblici ai quali voglio aggiungere risorse private". Ha quindi citato le difficoltà dei giovani come l'affitto come "una sorta di anticipo sul prezzo di acquisto e riscatto finale, come una sorta di salvadanaio".