Manovra 2026, banche e governo verso accordo anche sull'Irap: come cambia la tassazione
EconomiaIntroduzione
Si avvicina l'intesa sul nuovo contributo di banche e assicurazioni previsto nella Legge di bilancio 2026. Secondo fonti di maggioranza, l'interlocuzione tra governo e istituti di credito si è riaperta dopo il vertice del 28 novembre scorso a Palazzo Chigi e trapela ottimismo su una possibile "fumata bianca". Ecco quale tassa cambierebbe.
Quello che devi sapere
Ipotesi aumento 2% Irap banche
Come affermato dal capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il rialzo dell'Irap dal 2026 dovrebbe mantenersi nell'ordine di due punti "e non del 2,5%" ipotizzato in alcuni emendamenti. "Si proseguirà, poi, sulla via delle intese per individuare altre soluzioni legate ai flussi di cassa", ha aggiunto l'esponente azzurro aggiungendo che "la misura non riguarda le imprese con partecipazioni finanziarie di altri settori in quanto tali".
Per approfondire, la rubrica di Carlo Cottarelli: Le Zone Economiche Speciali al Sud funzionano: e se venissero estese?
La simulazione
In caso di intesa, dal prossimo anno l'imposta regionale sulle attività produttive per le banche passerebbe dal 4,65% al 6,65%, cifra già maggiorata rispetto ad altre società.
Verso un anticipo di liquidità
Un'altra novità riguarda la modalità del contributo che non verrebbe chiesto sotto forma di versamento diretto dell'Irap ma, come riporta l'Ansa, scatterebbe tramite un meccanismo di anticipo di liquidità sulla falsariga di quanto adottato per le Manovre 2024 e 2025.
Imposte differite attive
I fondi verrebbero reperiti sulle imposte differite attive (Dta), benefici che gli istituti di credito mettono a bilancio ogni anno con la prospettiva futura di pagare meno tasse su una determinata voce. Con l'anticipo di liquidità verrebe chiesto alle banche di non utilizzare i benefici per il 2026. Di conseguenza, il prossimo anno gli istituti pagherebbero più tasse pur conservando i crediti fiscali generati dalle Dta.
L'interlocuzione Abi-governo
Su questa ipotesi restano le "bocche cucite" per ora da parte dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi) che nell'interlocuzione con il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, aveva ribadito la contrarietà ad un incremento dell'2,5% sull'Irap. Pur comprendendo la necessità di reperire fondi per il bilancio pubblico, la sigla che riunisce gli istituti di credito ha giudicato oneroso il contributo chiesto in ottobre. Le critiche dell'Abi hanno riguardato inoltre il meccanismo delle detrazioni, previste in alcuni emendamenti, di cui avrebbero beneficiato di fatto solo gli istituti monosportello.
Il dis-accantonamento delle riserve
Non solo Irap e anticipo di liquidità. Il tema delle banche si conferma tra gli "assi portanti" della Manovra all'esame del Senato. Nel testo licenziato dal Consiglio dei Ministri il 17 ottobre scorso è presente infatti una norma che introduce uno sconto sul dis-accantonamento delle riserve. Viene riconosciuto agli istituti uno sgravio fiscale sulla decisione di utilizzare il denaro custodito nelle riserve per consolidare il bilancio. Nello specifico, la tassa scenderebbe al 27,5% nel 2026 per poi salire al 33% nel 2027 e stabilizzarsi al 40% dal 2028.
A caccia di coperture
Sempre secondo fonti di Forza Italia, limature sono in corso anche per quanto riguarda la norma sui dividendi dopo l'intesa siglata nell'incontro di maggioranza. Nella prima versione del testo veniva un incremento della tassazione dal 1,2 al 24% per le società che ricevono dividendi frutto di partecipazioni di minoranza. L'obiettivo resta quello di garantire coperture alle modifiche concordate che stando ai primi calcoli supererebbero quota un miliardo.
Ipotesi tassa pacchi extra-Ue
Oltre al contributo di banche e assicurazioni, nuove coperture verrebbero garantite dalla tassa sui piccoli pacchi spediti da Paesi extra Ue. Un emendamento di Fratelli d'Italia poi innalza dal 18 al 21% la rivalutazione delle partecipazioni societarie e dei terreni.
Oro di Bankitalia, cambia l'emendamento
Intanto Fratelli d'Italia tiene il punto sull'oro di Bankitalia dopo la riformulazione dell'emendamento. Nel nuovo testo, presentato dal capogruppo a Palazzo Madama, Lucio Malan, salta il riferimento al fatto che le riserve "appartengono allo Stato, in nome del Popolo Italiano". Viene prevista invece una norma di interpretazione per cui le riserve "gestite e detenute" da via Nazionale "appartengono al Popolo Italiano". "A noi interessa un dibattito sul tema della maggiore democratizzazione della banca centrale", spiega il deputato Marco Osnato (FdI).
I prossimi passi della Manovra
La Manovra 2026 prosegue intanto il cammino in Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Dopo la dichiarazione di inammissibilità di 105 emendamenti su 400, prosegue l'esame delle proposte "segnalate". Sono attesi incontri bilaterali tra gruppi e governo per provare a fare un'ulteriore scrematura. L'obiettivo è stringere i tempi sull'approdo in Aula del provvedimento previsto entro il 15 dicembre.
Per approfondire: Manovra 2026, inammissibili 105 emendamenti: da Mes a detassazione contratti