Tfs, con Legge di Bilancio prima rata agli statali dopo 9 mesi (e non più 12)
EconomiaIntroduzione
Nella nuova Legge di Bilancio è previsto che per il Tfs dei dipendenti pubblici si anticiperà di tre mesi il pagamento della prima rata: il tempo di attesa passerà da 12 a 9 mesi.
L'anno prossimo chi vorrà ricevere prima i soldi della liquidazione dovrà continuare a rivolgersi alle banche, che dal 2020 anticipano agli statali fino a 45mila euro di Tfs a fronte di un tasso di interesse parametrato sul rendistato, indice che fotografa l'andamento di un paniere di titoli di Stato.
Nel 2025 i tassi di interesse applicati dagli istituti di credito su questo tipo di finanziamenti si sono mantenuti stabilmente sopra al 3%. Ecco cosa sapere e come funziona il meccanismo
Quello che devi sapere
Cos’è il Tfs?
Prima di tutto, cos’è il Tfs? È il trattamento di fine servizio. Viene erogato al lavoratore nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. Il Tfs è previsto per i dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001 e che non hanno aderito ai fondi pensione complementari di comparto.
Le tipologie principali di Tfs comprendono:
- Indennità di buonuscita per i dipendenti civili e militari dello Stato;
- Indennità Premio di Servizio per dipendenti degli enti locali e della Sanità;
- Indennità di anzianità per i dipendenti degli enti pubblici non economici (parastato).
Per approfondire:
Le somme e le tempistiche
Il Tfs in genere è corrisposto ai dipendenti pubblici:
- in un’unica soluzione se l’ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro,
- oppure in due rate annuali quando l’importo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro,
- o in tre rate annuali se la cifra supera i 100.000 euro.
La normativa prevede che la prima tranche di Tfs venga liquidata dopo 90 giorni per le pensioni di inabilità o per decesso del lavoratore, mentre ne devono passare 12 mesi in caso di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età e di servizio. Si arriva a 24 mesi dalla cessazione in tutti gli altri casi (dimissioni volontarie con o senza diritto a pensione, licenziamento/destituzione, ecc.).
Le indennità fino a 50mila euro corrisposte a 12 mesi di distanza dalla cessazione del rapporto di lavoro godono di una detassazione dell'1,5%.
I ritardi
Ma, al periodo di attesa previsto dalla normativa, si sommano poi i ritardi dell'Inps. Per ottenere una contrazione dei tempi di erogazione dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto ai dipendenti pubblici, l'Inps il prossimo anno interverrà sull’assetto organizzativo e sulla dotazione organica degli uffici, come previsto dalla relazione programmatica del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto per il 2026-2028.
I cambiamenti all’orizzonte
Come scrive Il Sole 24 Ore, la Corte Costituzionale ha più volte invitato il legislatore a superare la disciplina sul differimento della liquidazione del Tfs/Tfr ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. L’ultimo tentativo fatto dallo Stato, come anticipato, è inserito nella Legge di Bilancio in corso di definizione in questi giorni.
L’articolo 44 del testo inizialmente depositato, prevede che la prima rata del Tfs venga corrisposta dopo nove mesi (invece di 12), impedendo però ai lavoratori, interessati all’anticipo solo di tre mesi, di maturare il diritto alla detassazione del 1,5% introdotta dall’articolo 24 del decreto-legge n. 4/2019 per i pagamenti effettuati oltre il dodicesimo mese.
La detassazione serviva a compensare parzialmente il danno economico derivante dai lunghi tempi di differimento della liquidazione.
Per approfondire:
Su Insider - La rubrica di Carlo Cottarelli: a che punto siamo con la riforma della pubblica amministrazione?