Impianti fotovoltaici da balcone, come funzionano e quanto si può risparmiare in bolletta?

Economia
©Getty

Introduzione

Secondo l’Istat i consumi elettrici domestici italiani sono cresciuti del 60% negli ultimi cinque anni e, durante le ore più calde, i blackout sono aumentati del 40%.

 

Per ridurre il costo della bolletta, ma senza sovraccaricare la rete elettrica nazionale nelle giornate più afose, una soluzione può essere quella del “fotovoltaico da balcone”, un sistema che permette di produrre energia elettrica a casa. Questo sistema, è molto diffuso, e già da anni in Germania, dove a luglio 2025 l’ha scelto oltre un milione di persone. Ma come funziona? E conviene davvero?

Quello che devi sapere

I pannelli solari da balcone

In Italia il decreto Energia del 2022 ha promosso la liberalizzazione del fotovoltaico in edilizia libera. Va tenuto presente che l’edilizia libera si applica solo quando l’impianto fotovoltaico viene installato su edifici esistenti. Inoltre, per gli impianti che hanno una potenza massimo fino a 200 kilowatt non servono permessi né autorizzazioni particolari.

 

Per il pannello solare non serve l’approvazione dell’assemblea condominiale se il balcone è di proprietà privata, anche se è necessario avvisare l’amministratore condominiale. Non sono quindi necessari permessi, a meno che non si abiti in un edificio protetto dalle belle arti o in un centro storico e che non siano presenti vincoli paesaggistici o architettonici.

 

Gli impianti sono piccoli, composti da uno o due pannelli che hanno degli inverter (cioè degli apparecchi elettronici che convertono la corrente continua, derivante dall’energia solare, in corrente alternata) collegabili a una presa di corrente domestica.

 

Per approfondire: 

Fotovoltaico, Polizia e Guardia di finanza scoprono maxi truffa da 80 milioni

Intervento di riqualificazione energetica

L’installazione del fotovoltaico da balcone viene considerata come un intervento di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica e rientra quindi nell’Ecobonus, prorogato per il 2025, 2026 e 2027. Per il 2025-2026 è prevista una detrazione fiscale del 50% per la prima casa (36% per le altre abitazioni) e per il 2027 una detrazione al 36% per la prima casa, che scende al 30% per le altre.

 

L’agevolazione è valida se:

  • l’impianto alimenta l’abitazione;
  • è presente la dichiarazione di conformità;
  • il pagamento avviene con bonifico parlante;
  • l’installatore, quando necessario, presenta la Comunicazione unica.

 

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Le cifre

I costi variano in base all’impianto che si sceglie. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, un impianto fotovoltaico plug-in costa tra i 300 e i 700 euro, mentre i mini impianti fotovoltaici possono avere costi che oscillano tra gli 800 e i 1.300 euro. Le cifre salgono per soluzioni che comprendono le batterie.

 

L’investimento iniziale può però contribuire ad abbattere le tariffe della bolletta energetica: secondo le stime dell’operatore E.on, un kit da 700 watt totali produce tra i 500 e i 600 kilowattora all'anno, pari al 10% del consumo annuale di una famiglia composta da tre o quattro persone. La percentuale può salire fino al 30%, anche se bisogna considerare che si tratta di numeri indicativi che possono variare in base alle caratteristiche tecniche e al profilo di consumo del nucleo familiare.

 

Il possibile risparmio

Secondo i dati di Arera, una famiglia italiana consuma in media 2.700 kilowattora l’anno. Un kilowattora nel mercato tutelato costa circa 0,160 euro: quindi il costo annuale è di circa 430 euro. Prendendo in esame un impianto fotovoltaico da balcone, che in media produce tra i 200 e i 600 kilowattora all'anno, si possono risparmiare tra i 30 e i 100 euro all’anno. A queste stime bisogna aggiungere i benefici ambientali: si evita il rilascio in atmosfera di un quintale e mezzo di anidride carbonica (CO2) all’anno, quantità che sale a 2,5 se si considerano i kit a batteria.

 

 

Va poi ricordato anche che, in genere, i pannelli hanno una durata garantita di 25 anni con una perdita di efficienza inferiore all'1% annuo.

 

 

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I dati in Germania e in Europa

Come riportato da Repubblica alcuni mesi fa, i dati tedeschi, forniti da Bsw Solar (l’associazione nazionale dell’industria solare), dimostrano che quello tedesco è il mercato del fotovoltaico plug-in più grande e longevo d’Europa. Nel 2024, le installazioni sono state 435mila (erano 276mila nel 2023) su un totale di 1 milione di nuovi impianti fotovoltaici. Questo significa che per ogni cinque impianti installati nel 2024, almeno due sono stati plug-in.

 

Gli altri Paesi Ue, però, non possono vantare un mercato fotovoltaico plug-in altrettanto sviluppato come quello tedesco. Tuttavia, stando alle stime della German Association for Plug-in PV, associazione costituita di recente, oggi ci sono 4-5 milioni di sistemi fotovoltaici plug-in già operativi in Europa, sia nelle case che negli uffici.

 

Per approfondire:

Su insider - Il fotovoltaico corre in Europa: perché?

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